La struggente e discreta bellezza del tempo che passa: così si potrebbe riassumere il significato di wabi-sabi, una filosofia che arriva dal Giappone e che sta prendendo sempre più piede anche in Occidente. La sua applicazione estetica nell’ambito dell’arredamento e dell’interior design si rifà ad alcuni principi che dettano le linee guida di un vero e proprio stile di vita all’insegna della naturalità, della naturalezza, della semplicità e dell’accettazione dei difetti e dei segni lasciati dal tempo e dall’usura.
Se già lo stile japandi, ovvero il mix tra design nipponico e scandinavo, è sempre più apprezzato, qua siamo di fronte allo step successivo. In particolare, la casa non è solo minimalista, ma si fa rappresentazione di un modo di intendere l’esistenza, influenzando pratiche e scelte.
Che cos’è il wabi-sabi, filosofia e significato dello stile di arredamento
I giapponesi hanno molto a cuore il concetto di bellezza ottenuta dall’imperfezione, come dimostra l’arte del kintsugi. Per la filosofia Zen, bisogna accettare che tutto cambi e si trasformi, che invecchi acquisendo però fascino e saggezza. Anche gli oggetti con il tempo acquisiscono maggiore personalità perché raccontano come sono stati usati e vissuti.
In particolare, il wabi-sabi si basa su 7 concetti chiave:
- Kanso (semplicità),
- Fukinsei (asimmetria o irregolarità),
- Shibumi (bellezza nella sobrietà),
- Shizen (naturalezza senza pretese),
- Yugen (grazia sottile),
- Datsuzoku (libertà)
- Seijaku (tranquillità)
Applicato nella vita, tutto questo si traduce nel saper accettare gli eventi senza ossessioni per la perfezione e la smania di riparare, aggiustare o sostituire.
Come arredare in stile wabi sabi
Nella concretizzazione estetica di questo modo di approcciare la vita si scelgono materiali naturali, resistenti e vivi, che assorbono il tempo e si modificano. Nello specifico sono prediletti il legno, la pietra o il bambù, ma anche i tessuti grezzi in particolare in lino e il cotone. La loro unicità sta nei dettagli irregolari che rendono ogni pezzo particolare. Venature, scheggiature, segni sono tutte caratteristiche vitali.
Anche gli oggetti e gli accessori di questo stile giapponese non devono provenire dalla produzione in serie ma essere creati dalle mani degli artigiani e quindi avere a loro volta piccole imperfezioni che li rendono speciali.
È poi ovviamente benvenuto tutto ciò che ha già avuto una vita in precedenza: essere già stato maneggiato, aver già arredato una casa darà al complemento o al mobile ancora più fascino. Bisogna scegliere elementi di qualità che garantiscano durevolezza nel tempo: la sostenibilità, il riciclo e la lotta allo spreco sono alla base del wabi-sabi.
L’arredamento in generale è minimale: l’eccesso è una distrazione da ciò che realmente conta, perciò tutto deve essere funzionale e strettamente necessario.
I colori dominanti, infine, sono ovviamente tenui e naturali per diffondere un senso di tranquillità nel nido domestico e stimolare il riposo e la serenità. Via libera dunque ai colori caldi nei toni della terra e della sabbia. Sì ai grigi e i bianchi della pietra: i colori della natura sono tutti i benvenuti per creare questa oasi di benessere psicologico e fisico, che permetta di ricaricare le energie e ritrovare se stessi in una società sempre più frenetica.
Nella casa wabi-sabi tutto deve essere autentico, come lo spirito di chi la abita, anzi, la vive. Insomma, accogliere l’imperfezione è la vita verso una felicità fatta di cose semplici ma reali.
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