Per aprire una porta in una parete di casa (ma anche per murarla o spostarla) bisogna fare molta attenzione agli obblighi burocratici.
Tutto si può fare, ma c’è sempre il rischio di dover affrontare dei problemi inaspettati. Da un punto di vista materiale, potrebbe apparire come un intervento piuttosto semplice: l’idea è che basti trovare un muro adatto, disegnare la sagoma di una porta e poi spaccare tutto per creare l’accesso. Non è così… Chi vuole aprire una porta in una parete di casa si espone a delle insidie di natura burocratica e mette a rischio la sicurezza strutturale dell’edificio.
Un’idea diffusa (e sbagliata) sostiene che intervenendo su un muro non portante non dovrebbero mai esserci problemi. In realtà, anche quando si lavora su una parete divisoria che non sostiene la struttura dell’abitazione bisogna procedere con molta attenzione e procurarsi tutti i permessi previsti dalla normativa. Aprire, murare o spostare una porta è un intervento che rientra nel dominio della manutenzione straordinaria e non di quella ordinaria. E nel caso di un intervento su parete portante, occorre segnalare ciò che si vuol fare sia al Comune che al Genio civile.
Bisogna farlo perché mettendo mano a un muro portante si va sempre a intaccare la resistenza della struttura. Quindi, per aprire una porta in una parete portante, è necessario richiedere un permesso al Comune tramite una SCIA, la segnalazione certificata di inizio attività. E potrebbe essere necessaria una cerchiatura per mantenere la stabilità strutturale.
La cerchiatura comporta l’installazione di un telaio in acciaio o cemento armato attorno alla nuova apertura. Un intervento che deve seguire le NTC, le norme tecniche per le costruzioni. Nello specifico, è importante seguire le NTC 2008 o le attuali NTC 2018 per garantire che l’intervento sia conforme alle normative di sicurezza. E non è tutto: l’apertura non deve essere fatta a meno di metro dall’angolo delle pareti perimetrali portanti e non deve essere troppo vicina ad altre aperture.
Seguendo tutte queste indicazioni si possono evitare problemi legali. Ma è comunque impossibile procedere senza una “guida”. Anche in caso di intervento su un muro non portante bisogna infatti contattare un tecnico il quale dovrà formalizzare l’intervento, aggiornando la planimetria tramite una CILA (comunicazione di inizio lavori asseverata) e un aggiornamento catastale.
Così facendo non dovrebbe essere necessario depositare il progetto strutturale a firma di uno strutturista. E non bisognerà nemmeno realizzare interventi per irrigidire la struttura. Difatti, la normativa vigente richiede una pratica edilizia diversa a seconda della tipologia del muro su cui si andrà a intervenire.
Per l’apertura di un vano in un muro portante, come accennato, è necessario procedere con una pratica edilizia presso l’ufficio tecnico del Comune di ubicazione dell’edificio presentando una SCIA. E occorre pure depositare il progetto strutturale presso gli uffici del Genio Civile Regionale. Invece, per l’apertura di un vano in un muro non portante è necessario procedere con una pratica edilizia presso l’ufficio tecnico del Comune di ubicazione dell’edificio presentando una CILA. E non occorre depositare il progetto strutturale presso gli uffici del Genio Civile Regionale.
Non conviene mai muoversi senza rispettare la normativa. Oltre a rischiare multe, si potrebbe anche essere obbligati a ripristinare la situazione originale (chiudendo l’apertura non autorizzata), dato che l’opera potrebbe compromettere la stabilità strutturale dell’edificio. Va poi ricordato che le modifiche non autorizzate possono influenzare negativamente il valore della proprietà e rendere molto difficile l’accesso ai bonus, la vendita o l’affitto dell’immobile.