Chi riceve beni in eredità spesso si trova in situazioni preoccupanti, come ad esempio un comproprietario che non intende vendere degli immobili ereditati. Ma cosa si può fare in questi casi?
La prima cosa che si fa in questi casi è rivolgersi al notaio, il quale renderà noto ai richiedenti, che non è possibile vendere un immobile senza il consenso di tutti i comproprietari. In realtà la soluzione esiste, e permette la vendita dell’immobile.
La soluzione praticabile consiste in una pratica prevista dalla legge attraverso una specifica procedura giudiziaria di divisione immobiliare.
Se un immobile ha dei comproprietari che non intendono vendere è possibile costringere il comproprietario “reticente” a vendere la sua quota immobiliare. Tuttavia, questo procedimento avviene tramite modalità previste dalla legge. In effetti esiste una procedura giudiziaria specifica nel caso i comproprietari non riescono a raggiungere un accordo.
Prima di tutto bisogna rispettare il diritto di prelazione, ma tale diritto è applicabile sono se ci sono coeredi. La prima cosa da fare è inviare una notifica con la proposta di acquisto delle loro quote. I coeredi hanno due mesi di tempo per rispondere all’offerta. Se i coeredi non rispondono o la risposta è negativa, la quota potrà essere venduta a persone estranee alla comunione.
Nel caso in cui il diritto di prelazione non è rispettato, il coerede può esercitare il diritto di “retratto successorio” che gli permetterà di riscattare la sua quota. Nel caso in cui la sua quota sia stata venduta a terzi, dovrà pagare il prezzo di acquisto corrispondente.
Un’altra soluzione è il frazionamento immobiliare, attraverso un accordo tra le parti, è possibile attribuire le distinte quote e ricavate dall’immobile ereditato. L’accordo deve essere formalizzato davanti ad un notaio, e ciascuno degli eredi potrà disporre dei beni in modo autonomo. Questa soluzione non è possibile se il bene non è divisibile, ad esempio un monolocale o un appartamento di piccole/medie dimensioni.
Quando non si riesce a trovare una soluzione, è possibile chiedere la divisione giudiziale. I giudici prima di procedere all’azione giudiziaria, controllano se c’è possibilità di suddividere la proprietà ai vari coeredi. Inoltre, verifica se c’è la volontà dei comproprietari di acquistare le quote degli altri partecipanti alla comunione.
Se nessuno dei comproprietari è disponibile a comprare le quote degli altri partecipanti, si procede alla vendita all’asta dell’immobile. Di solito questa situazione comporta un ribasso del prezzo rispetto alla valutazione dell’immobile del suo valore sul mercato.