Metropolis II di Chris Burden è una scultura cinetica che rappresenta la città come fosse una macchina al museo LACMA di Los Angeles. Ci sono voluti sette anni di lavoro per finanziare il progetto dell’artista ma dal 14 gennaio è possibile ammirare quella che a prima vista, tanti visitatori scambiano per la pista per automobiline che hanno sempre sognato. In realtà si tratta di una visione ispirata, una riflessione sulla velocità della città moderna che vede il futuro di un urbanistica meccanizzata oltre che normata. Così, pare che al posto della produzione di massa e della standardizzazione dei componenti questo artista veda il futuro della California (e del mondo) nelle autostrade automatizzate.
Burden dice che si tratta di un manifesto di ‘un futuro pieno di speranza‘ anche se è facile immaginarsi in un ambiente come quello rappresentato, all’incrocio, fermi nel traffico, prigionieri dell’inquinamento. Realizzata in acciaio e cavi elettrici, Metropolis II è composta da grattacieli, colline con tapis roulant, strade sopraelevate, ferrovie, autostrade a 6 corsie e centinaia di edifici.
Nel paesaggio metropolitano in miniatura pensato da Burden viaggiano ben 1.100 mini veicoli a una velocità (in scala) pari a 240 miglia all’ora, in continuo movimento: è come se ogni ora vi circolassero 100mila macchinine all’interno, numeri da metropoli per una mostra che già attrae tanti visitatori incuriositi.
L’intento dell’autore di Metropolis II è quello di evocare nei visitatori del museo firmato di recentissimo dall’archistar italiana Renzo Piano, l’energia che alimenta la città, secondo una riflessione poetica ed estremamente positiva.