Immagina di aver deciso di costruire una vita insieme a qualcuno. Ti trasferisci con il tuo partner in una casa che diventa il vostro rifugio. Ma poi, come spesso accade, la storia finisce. Che succede con la casa in cui avete vissuto? In molti pensano che la risposta sia semplice: chi è proprietario della casa resta lì, e l’altro va via. Ma la verità è che la legge ha qualcosa di diverso da dirci, e in realtà la situazione potrebbe non essere così chiara come sembra.
Quando si parla di separazione tra conviventi, la questione dell’abitazione diventa un po’ più complicata. E non stiamo parlando solo di chi ha il diritto di rimanere nella casa, ma anche di come la legge tuteli i diritti di chi non è proprietario, soprattutto se ci sono figli. Sembra un rompicapo, vero? In effetti, la separazione di una coppia che vive insieme non si riduce solo a chi porta via i piatti o chi resta con il divano. Se ci sono bambini o ragazzi da tutelare, le cose si fanno più intricate.
Chi rimarrà nella casa dopo la separazione? Scopri cosa dice davvero la legge
Chi rimane nella casa se la relazione finisce? Molti si aspettano che la risposta dipenda esclusivamente dalla proprietà, ma la legge italiana non è così semplice. La prima cosa da sapere è che il diritto di abitazione non segue la stessa logica della proprietà. La legge non si preoccupa solo di chi possiede l’immobile, ma tiene in conto anche i figli.

Se ci sono minori o figli non autosufficienti, la casa sarà assegnata al genitore che continuerà a vivere con loro. Questo vale anche se uno dei due conviventi non è il proprietario dell’abitazione, anche se ci si trova in una separazione dei beni, anche se non c’è un matrimonio formale.
Non temere però, non è che il diritto di abitazione dura per sempre. Finché i figli non cominciano a lavorare o, al massimo, non raggiungono i 30 anni, il genitore che si occupa di loro può continuare a vivere nell’immobile. Se invece non ci sono figli, la faccenda è più semplice. La casa resta al proprietario esclusivo, e l’altro partner non ha alcun diritto su di essa. Ma, attenzione, se la separazione è pacifica, forse c’è spazio per qualche accordo tra le parti.
E se la casa è di uno solo dei conviventi e non ci sono figli? In quel caso, tutto torna come prima. Il partner che non è proprietario dovrà fare le valigie. La legge, infatti, considera che se non ci sono figli o altri motivi di tutela, non c’è bisogno di cambiare la situazione di proprietà.
Come vedi la gestione della casa in caso di separazione tra conviventi è regolata da un insieme di norme che, pur non intaccando la proprietà, stabiliscono con chiarezza a chi spetta l’abitazione. La legge cerca di proteggere soprattutto i figli, ma, in assenza di questi, la divisione della casa è molto più semplice. Se ti trovi in una situazione del genere, forse è meglio farsi un giro dal legale per evitare sorprese. Meglio sapere cosa aspettarsi, no?