Sarà un antidoto contro il periodo di crisi economica che stiamo vivendo – anche se ormai un po’ tutto ciò che è bello o semplicemente ci piace viene definito così – ma le proposte complessive di questo Salone del Mobile milanese hanno lanciato un gusto semplice, che non ostenta, che non vuole arrogantemente imporsi sulla scena ma che vuole convivere con l’attualità, senza eccessi, senza sprechi, con uno sguardo alle origini del design italiano, quando sperimentazioni, poliedriche funzioni dell’oggetto e forma in funzione dell’uso sono state la parola d’ordine di ogni nuova proposta..e forse lo sono nuovamente.
Un ritorno ai materiali semplici
Legno: materiale povero ma soprattutto naturale. In tutti i toni e lavorazioni, riveste complementi d’arredo ed oggettistica, garantendo la stessa funzionalità delle sperimentazioni plastiche che da ormai più di trent’anni son sulla scena ma che sempre più stanno andando di pari passo con modelli naturali, con un risparmio sia energetico che sostenibile. Il legno, vero o finto, riciclato, è stato interpretato grezzo, poroso o ruvido con i bordi irregolari a conferirgli un aspetto semplice e primitivo, il più naturale possibile; le essenze principali vanno agli estremi dei contrasti molto scure, come noce, palissandro o ebano, e molto chiare, come betulla acero o rovere chiaro.
Al Salone di quest’anno, è stato dato largo impiego del legno nei top e nelle superfici d’appoggio, come l’inserimento di lavelli o piani cottura sotto top, ma non è certo questo l’uso più consono e pratico, fortunatamente, a differenza dei primi impieghi , la tecnologia dei trattamenti si è notevolmente evoluta.
Il secondo protagonista è il migliore materiale che si possa usare in cucina: l’acciaio. Da piani di lavoro agli accessori fino ad intere cucine realizzate con questo materiale altamente igienico per la sua impossibilità di assorbire grassi, sporco o detergenti. Sta tornando di scena nonostante l’inevitabile “graffio” che si crea nell’usura, ma attualmente grazie a spessori maggiori e trattamenti mirati, che già diverse aziende gli applicano, è diventato molto più resistente.
Il revival non ha comunque adombrato materiali di nuova generazione come il Corian e la sua immensa versatilità estetica e peculiare ma anzi, crea una crescita di pari passo ed incita ad una sempre maggiore sperimentazione e versatilità d’impiego.
Forme pulite, leggere e riproposte iconiche
Minimalismo e total white materico è stata la generalizzata proposta in bagni e cucine, dove la ricerca sul materiale è diventata innovazione “high tech”. Per finire, tendenza stilistica è negli spessori, precedentemente lievitati fino a diversi centimetri come elemento d’arredo singolo e con una personalità piuttosto marcata, oggi diventate linea sottile a segnare contorni di geometrie pure e definite inserite in un contesto prestabilito.
Altra parola chiave è la piena funzionalità (in termini soprattutto di ottimizzazione degli spazi a disposizione). Così, per metrature limitate ecco le soluzioni versatili e modulabili di Ernestomeda e Scavolini, ma anche di Snaidero e Febal per quanto riguarda le cucine.
Per la zona living a parlare sono state le librerie, dove la lingua generale è stata l’austerità, le linearità, la leggerezza. Cassina, in connubio tra ieri e l’oggi ha ripresentato un pezzo icona dal design mondiale, la libreria della collezione Nuage che disegnò a suo tempo Charlotte Perriand. Cassina non è però stata l’unica azienda a riproporre oggetti per dare valore al ritorno della semplicità tramite icone storiche: Artek ha presentato lo storico sgabello impilabile Stool 60 di Alvar Aalto in vista del suo ottantesimo anniversario; così come Ikea, colosso e simbolo di semplicità materica e progettuale ha ripresentato prodotti icona degli ultimi sessant’anni dell’azienda svedese.
Spirito eco sostenibile
Altro tema attualissimo (un po’ come la crisi), è l’attenzione ai valori naturali. Attenzione al chilometro zero dei materiali utilizzati, ove possibile, e del loro ciclo di vita. Quest’argomento non è una novità di questo Salone né tantomeno del settore design ma a confermare questa tendenza è il lavoro del un giovane designer spagnolo Raúl Laurí di Alicante vincitore del Salone Satellite. Il suo progetto, Decafè, è infatti una lampada da tavolo interamente realizzata riciclando fondi di caffè e completamente biodegrabile. Materia di recupero che diventa così oggetto di ricerca e di design.
Forze cromatiche in contrasto alla purezza materica
Colori pieni, definiti, carichi. Negli anni precedenti si era assistito ad un offuscamento delle tinte che dai pastelli chiari si erano neutralizzate. Questi di base restano, ma accesi da puntuali interferenze di gialli, blu, rossi vitaminici che vanno a definire i particolari degli oggetti che compongono, come dettagli, cuciture, giunture e rifiniture. Succede da Gherardini, ma anche da DePadova. Ma di esempi se ne possono citare infiniti. Patchwork Table di Established&Sons dove linee rigorose ed essenziali si affiancano ad un trionfo di colori così come in quelli di Moroso; o la colorata Fedro, disegnata da Lorenza Bozzoli per Dedon o i candelabri Abbracciaio e Finally Alone di Philippe Starck. Oppure ancora 35 CC Dynamique di Elica, che ha trasformato la cappa in oggetto da esibire in cucina, o le proposte di Fabio Novembre per Venini.
Semplicità sull’onda del “less is more”, riguardo ed attenzione per la natura vista sempre più come patrimonio prezioso da rispettare e vitaminiche chiazze colorate che invitano alla serenità di vivere gli ambienti e i prodotti che ci circondano.