Il sistema del prezzo-valore è un ottimo espediente per poter risparmiare sulle tasse relative alla compravendita immobiliare.
Conviene, ma non bisogna commettere errori. La questione, almeno in apparenza, è semplice: durante una compravendita, indicando nel rogito il prezzo reale pattuito per l’acquisto di un immobile, e utilizzando il sistema del prezzo-valore, è possibile risparmiare sulle tasse. Per legge, infatti, attraverso il prezzo-valore, le imposte vengono calcolate sulla base del valore catastale dell’immobile. Da qui il possibile risparmio, specialmente per l’acquisto della prima casa.
Si tratta quindi di indicare il prezzo effettivamente pagato per la casa acquistata in modo che imposte di registro, ipotecarie e catastali saranno calcolate sul valore catastale, che molto spesso è inferiore al prezzo di mercato. Ed ecco qui il metodo sicuro per poter ottenere un risparmio sulle imposte dovute.
Il momento dell’indicazione del prezzo sul rogito è però piuttosto delicato. Per questo ci si affida il più delle volte a un notaio o a un consulente fiscale. L’errore, infatti, è dietro l’angolo. La prima cosa da fare è ottenere la rendita catastale, cioè il valore attribuito all’immobile dall’Agenzia delle Entrate. Lo si fa tramite una visura catastale online sul sito dell’Agenzia o recandosi presso l’ufficio del catasto. Ottenuta la rendita catastale, bisogna rivalutarla del 5% e moltiplicarla per un coefficiente che varia a seconda della categoria catastale dell’immobile. Ed è qui che sorgono gli errori.
Con sbagli nei calcoli o dichiarazioni fraudolente si va incontro a sanzioni. Il meccanismo, introdotto nel 2006, non è stato ideato solo per calcolare le imposte sulla compravendita immobiliare basandosi sul valore catastale dell’immobile anziché sul prezzo di vendita effettivo. La Legge Finanziaria del 2006 che ha voluto dar forma questo sistema (la legge è la numero 266, art. 1 comma 497) ha inteso innanzitutto mettere ordine nel mercato immobiliare. Il fine era quello di poter giungere a una maggiore trasparenza nelle compravendite.
Congiuntamente, si trattava di promuovere l’equità fiscale. Il metodo permette infatti di determinare in maniera più oggettiva la base imponibile, riducendo di conseguenza la possibilità di occultare parte del corrispettivo negli atti immobiliari.
Dichiarare un prezzo inferiore al reale nel rogito è pericoloso. Se il fisco scopre discrepanze può far scattare sanzioni che vanno dal 200% al 400% della differenza tra il prezzo dichiarato e quello effettivo. E, di solito, l’Agenzia delle Entrate compie accertamenti periodici sulla veridicità del prezzo dichiarato. Nei casi più gravi, scatta poi il reato di frode fiscale, con conseguenze penali.