Gli aumenti della Tari sono ormai sotto gli occhi di tutti. Ma ci sono moltissimi casi in cui non bisogna pagarla. Vediamo quali.
Quando la Tari 2023 non deve essere pagata o può essere pagata meno? La Tari è l’imposta sulla spazzatura che viene pagata annualmente con bollettini precompilati inviati dai Comuni. Se i bollettini non sono corretti, si può richiedere una revisione al proprio Comune di residenza entro 60 giorni lavorativi. In caso di rettifica, il Comune ha fino a 120 giorni per effettuare il rimborso.
Per la maggioranza dei Comuni, il pagamento della Tari ha inizio nel mese di settembre. Ecco perché è necessario un chiarimento riguardo alcune novità e modifiche che sono state introdotte quest’anno.
Aumenti Tari, ma anche molti casi di esenzione
La Tari sui rifiuti è sempre dovuta per qualsiasi area che potrebbe produrre rifiuti, tranne nel caso in cui una casa risulta completamente disabitata e senza utenze e arredi. In questo caso, la Tari non si paga perché si tratta di case che non sono utilizzate e prive di acqua, elettricità, impianti o fognature, quindi non in grado di produrre rifiuti.
Ma se la casa è arredata e ha luce e gas, allora bisogna pagare ugualmente. Discorso diverso sui terreni agricoli perché è illegittima, così come sui terreni che non producono rifiuti. Ma i terreni edificabili sono esclusi. Oltre all’esenzione Tari, ci sono anche riduzioni e agevolazioni per pagare meno l’imposta sui rifiuti.
Le leggi nuove dicono che se il lavoro di gestione dei rifiuti presenta dei problemi, si può avere uno sconto del 20% sulla Tari. Se invece il servizio viene sospeso per motivi sindacali o per problemi organizzativi, o se viene fatto in modo sbagliato, si può avere uno sconto dell’80%.
Le altre circostanze in cui è possibile ottenere una significativa riduzione della Tari sui rifiuti sono rappresentate dalle aree in cui viene effettuato l’autosmaltimento. In tali situazioni, sono previste delle riduzioni della quota variabile che sono proporzionali alle quantità di rifiuti speciali che sono assimilati agli urbani, dimostrate dal produttore attraverso il riciclaggio.
Alcuni comuni applicano una riduzione del 10% dell’imposta dovuta per coloro che effettuano il riciclaggio degli scarti organici utilizzando i contenitori appositamente destinati alla creazione del compost. Inoltre, nel caso in cui il cassonetto della spazzatura risulti posizionato in una zona poco agevole nei confronti dell’abitazione, il contribuente otterrà una riduzione della Tari fino al 40% dell’importo che deve. Quindi informati bene e controlla se anche tu puoi richiedere lo sconto.