Arriva l’ennesima mazzata per i cittadini italiani, già in ampie difficoltà economiche: aumenta la TARI, la tassa sui rifiuti, con cifre diverse a seconda delle città.
Indipendentemente da chi prende il potere al Governo, il modus operandi è sempre il medesimo si aumentano le tasse e si offrono sempre meno servizi.
L’Italia, stando alla situazione attuale, se la sta passando malissimo, perché i cittadini hanno un potere d’acquisto bassissimo, con stipendi fermi agli anni ’90 a fronte di aumenti dei prezzi costanti, su beni e servizi. Ed ecco l’annuncio che fa arrabbiare: la TARI aumenta, perché i Comuni devono affrontare maggiori spese.
TARI, ecco di quanto saranno gli aumenti nelle città e quanto costerà
L’aumento della tassa dei rifiuti in Italia non è un evento nuovo, anzi, si attua ciclicamente e con regolarità. Solamente negli ultimi 5 anni, siamo a un +7%, che tradotto in cifre significa una media di più di 300 euro a famiglia.
Nonostante i servizi di raccolta e smaltimento rifiuti siano sempre i medesimi (anzi, in alcuni casi il servizio è peggiorato) si va a chiedere ai cittadini di pagare ancora di più. Cittadini che, non c’è bisogno di ricordarlo, non riescono più a pagare tutto quello che c’è da onorare, a causa dell’inflazione e della speculazione.
Nonostante il Governo sia ampiamente consapevole del fatto che il portafogli degli italiani è vuoto, ha dato il via libera, di nuovo, ai comuni, per alzare le tasse. Secondo Arera, la situazione è preoccupante, perché siamo di fronte a scenari di “aumenti massimali potenziali del 13%”. I Comuni comunicheranno le nuove tariffe entro la fine di giugno, e ogni città dunque farà i conti con le decisioni della propria Amministrazione.
Si sa già, ad esempio, che le grandi città saranno quelle più colpite:
- +3% a Roma
- +3,2% a Firenze e Padova
- +7% ad Ancona e Perugia
- +5,6% a Verona
- +6% a Palermo
La situazione a Napoli è a dir poco scandalosa. Non si sa di quanto saranno gli aumenti, ma dobbiamo ricordare che l’anno scorso la TARI era aumentata già del 13% per le utenze domestiche e di più del 20% per le attività commerciali.
Di contro, Milano segna un punto a favore dei suoi cittadini, perché negli ultimi anni a tassa è addirittura diminuita, almeno per quanto riguarda le utenze domestiche. È evidente che qualcuno, a Palazzo, non solo non riesce a fare i conti ma non ha chiaro il benessere della popolazione.