L’argomento superbonus continua a far discutere e le novità si susseguono con il passare delle ore. Ecco cosa bisogna sapere.
Come di sicuro tutti già saprete, nel ddl di Bilancio approvato dal governo Meloni non c’è alcuna voce che si riferisca ad una eventuale proroga del Superbonus. Ma dato che l’argomento è spinoso e nella stessa maggioranza ci sono sensibilità diverse in merito, si è preferito posticipare gli approfondimenti tecnici sulla questione a dopo Natale.
La scadenza di fine anno è praticamente imminente. Il problema è vivo, soprattutto perché c’è la possibilità che emergano tutta una serie di contenziosi tra imprese edilizie e condomini per non aver rispettato la scadenza del 31 dicembre 2023.
La sanatoria per il Superbonus
Il governo probabilmente vuole tentare di salvare dal recupero da parte delle Entrate chi, pur avendo rispettato tutti i vincoli, non riesce a terminare entro il 31 dicembre i lavori effettuati con il superbonus. Il nodo è anche sulla percentuale dell’agevolazione, che da gennaio 2024 passa al 70%. Di conseguenza i cittadini che ancora hanno da completare i lavori dovrebbero pagare di più.
Mentre ancora i giochi sono aperti, dato che il Consiglio dei ministri licenzierà le ultime novità dopo la seduta del 28 dicembre, le ipotesi che si susseguono sul possibile destino del Superbonus sono le più varie.
Ad un cento punto è spuntata anche l’ipotesi di sanatoria per il superbonus. In cosa consiste? In sostanza ci potrebbe essere uno stop alle sanzioni per chi non riesce a concludere i lavori entro la fine dell’anno.
Nel dettaglio, il governo potrebbe decidere di non effettuare i controlli del Fisco sui contribuenti che devono completare i lavori e che si ritrovano indietro con la tabella di marcia, in modo da non perseguirli e permettere loro di completare i lavori finanziati con Superbonus. In questo modo l’Agenzia delle Entrate non potrebbe chiedere la restituzione del 110 per cento anche sui lavori già fatti.
In questo caso la sanatoria, chiamiamola così ma il termine è inappropriato, non andrebbe nemmeno chiesta in modo attivo. Non ci sarebbero domande da presentare per chiedere di sanare la propria situazione. Perché di fatto la norma punterebbe, diciamo in modo molto semplice, a non effettuare gli accertamenti fiscali. Quindi a non far emergere la condizione di irregolarità in cui si trovano molte persone.
E molte di queste persone si trovano nella spiacevole situazione di non essere in regola non sempre per loro responsabilità. Ma anche per contingenze dell’economia globale, con gli aumenti delle materie prime arrivati alle stelle, e i continui cambi delle regole.