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Tra i designers italiani più quotati, anche a livello internazionale, è impossibile non citare Stefano Giovannoni. Il “Campione del super and popular degli anni 2000”, come lo ha definito Alberto Alessi, è tra gli autori di collezioni storiche del settore. Proprio per Alessi, nel 1993, ha realizzato i magnifici Lilliput, la saliera e la pepiera a forma di piccoli marziani bipedi e provviste di provvidenziale magnete per restare in piedi. Altrettanto note le serie Girotondo e Mami o il bellissimo Bagno Alessi. Ma tra i progetti più recenti ce n’è uno che farà impazzire molti.
Se pensate che il cellulare non sia soltanto una pratica invenzione ma anche un accessorio per cui l’occhio vuole la sua parte, questa è la serie che fa per voi. Realizzata nel 2010, in occasione della settimana dedicata al design che si tiene annualmente a Tokyo, la serie rientra in un progetto di Alessi e dell’azienda giapponese IIDA. L’obiettivo era sposare la funzione pratica del telefono cellulare ad un design artistico, capace di esprimerne allo stesso tempo l’integrazione massiccia all’interno della nostra vita quotidiana. La creatività di Stefano Giovannoni, coinvolto nel progetto assieme a Marcel Wanders e Patricia Urguiola, ha dato vita a spassose soluzioni, una più adorabile dell’altra.
Alla base della serie c’è l’idea di conferire al cellulare un aspetto antropomorfo. Il design resta essenziale, ma un grande occhio tondo e una leggera curvatura del profilo- un nasino, per intenderci- bastano a renderlo una sorta di ometto con tanto di capelli neri! A questo si aggiungono i gadget che inseriscono il nostro nei contesti quotidiani più disparati.
In un’occasione lo vediamo a bordo di una barchetta/porta-cellulare intento a pescare un pesciolino/carica-batterie. In un’altra il telefono sta letteralmente in piedi sulle sue gambette, piccole e stilizzate, mentre la canna da pesca è diventata un guinzaglio e il carica-batterie un cagnolino nero. Che dire poi delle cuffie per l’auricolare con tanto di cuoricini? Se ai cani preferite i micetti, niente paura! C’è anche il carica/batterie a foggia di gattino rosso, legato dal guinzaglio-cavo a un albero/portacellulare con tanto di foglia e di uccellino. E dopo una giornata così intensa? A nanna, naturalmente. In un comodo lettino, naturalmente. E, per darsi la carica, una piccola abat-jour.