Spese condominiali: arriva il pugno di ferro, pignoramento del conto e della casa

In caso di mancato pagamento delle spese condominiali, possono esserci delle conseguenze per il condomino moroso da non sottovalutare.

Può capitare di essere, sfortunatamente, indietro con i pagamenti che riguardano le spese condominiali. A volte, ci si trova in serie difficoltà e non sempre si riesce ad arrivare a fine mese. Ci si potrebbe, quindi, facilmente trovare a rimandare il pagamento del condominio, facendo accumulare mese dopo mese le spese.

In caso di mancato pagamento il condomino moroso, però, rischia e non poco. Scopriamo nel dettaglio quali sono i rischi in caso di morosità. L’amministratore di condominio può agire – dalla chiusura dell’esercizio – entro i sei mesi nei riguardi di chi non è in regola con i pagamenti che riguardano le spese condominiali. Non necessita di un’autorizzazione da parte dell’assemblea, ma può direttamente incaricare un avvocato e chiedere, di conseguenza, al giudice che venga emesso un decreto ingiuntivo.

Spese condominiali: cosa succede se non si paga

Questo decreto viene, ovviamente, notificato al condomino moroso. Una volta fatto ciò, verrà inviato un ulteriore avviso – il cosiddetto “atto di precetto” – per chiedere che il pagamento avvenga entro dieci giorni. Se fatto tutto questo ancora il pagamento non dovesse avvenire, allora scatterà il pignoramento.

Condominio spese non pagate
Pignoramento per le spese condominiali non pagate: funziona così (designmag.it)

Secondo l’articolo 2740 del Codice Civile, il debitore deve rispondere agli adempimenti con i suoi beni, che siano presenti o futuri. In poche parole, i beni pignorabili – nel caso di debiti condominiali – riguardano, certamente, il conto corrente, ma anche lo stipendio, la pensione, la casa e la macchina.

Nel caso del conto corrente, se questo è in rosso, potrebbero venire pignorati altri beni; altrimenti, se su questo vengono versati stipendi e pensioni, è possibile agire nei limiti di un quinto. Come detto, il condominio può pignorare lo stipendio, ma anche il TFR o altri crediti legati al lavoro, ma sempre per un importo non superiore a un quinto per ogni mensilità. La stessa cosa avviene per la pensione sottraendo, però, il minimo vitale (che equivale a due volte l’assegno sociale previsto dall’INPS ogni anno).

In caso di disoccupazione, il condominio può pignorare l’appartamento o la macchina (sebbene quest’ultima opzione non sia molto diffusa). L’amministratore può anche sospendere la fruizione per quanto riguarda i servizi condominiali per un singolo condomino, come la fornitura di acqua, il riscaldamento – quando è centralizzato – o l’uso di spazi di comuni come il parcheggio.

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