Sono un avvocato: ti spiego come denunciare se arrivano odori sgradevoli dall’appartamento del vicino

Gli odori sgradevoli possono essere un problema, ecco che cosa dice la legge.

La vita condominiale implica la necessità ad adeguarsi a determinate regole di buona convivenza che tuttavia, portano spesso a delle incomprensioni. Sono sufficienti delle disattenzioni, consapevoli o no, a scatenare l’intolleranza del vicinato che può arrivare al punto di sollevare delle proteste chiedendo provvedimenti.

Accade, ad esempio, di frequente quando uno dei condomini non rispetta gli orari di silenzio o è solito produrre rumori molesti che superano le soglie stabilite. Uno dei motivi di lamentela più comuni è anche quello degli odori sgradevoli.

L’olfatto è un senso particolarmente sviluppato per qualcuno, che non riesce a sopportare determinati stimoli ritenuti nauseabondi, al punto da rendere la vita in casa difficile. Nella maggioranza dei casi, questi sono dovuti a determinate preparazioni culinarie. I responsabili infatti, sono proprio alcuni ingredienti, che durante la fase di cottura sprigionano i loro aromi, per qualcuno difficili da tollerare.

Cosa fare quando questo diventa un reale disagio? Anche in questo caso la legge interviene, tutelando la pacifica vita condominiale al fine di stabilire una soluzione. La giurisprudenza si è trovata più volte ad affrontare queste controversie olfattive, giungendo ad un’importante conclusione.

Cosa fare nel caso di odori sgradevoli: la tutela del condomino

La tollerabilità di determinate esalazioni in ambito condominiale è regolata dall’art. 844 del c.c., secondo il quale le immissioni di calore, fumo, rumori e propagazioni simili non devono superare una soglia “normale”. Intervengono naturalmente determinati fattori, come le eventuali esigenze di produzione e la condizione del luogo dal quale vengono emesse.

uomo naso chiuso cucina
Cosa fare nel caso di odori sgradevoli – designmag.it

Una norma che trova applicazione anche per quanto riguarda le comuni attività domestiche di cucina, dalla quale possono provenire odori che per un condomino vicino potrebbero risultare insopportabili. Ma come si stabilisce il limite della “soglia di tollerabilità”? Nel caso delle immissioni olfattive è difficile quantificare questo dato, un compito che viene affidato al giudice, il quale si avvale eventualmente di una consulenza tecnica d’ufficio per la sua causa.

Questa mirerà a stabilire essenzialmente la durata e la frequenza dei cattivi odori, oltre che la loro intensità. Far valere i propri diritti dunque, è possibile, ma il primo consiglio in questi casi è procedere cercando un dialogo con il vicino. É preferibile allertare il responsabile delle immissioni cercando una soluzione bonaria che metta d’accordo entrambi.

Qualora questo non dovesse bastare, si può fare appello all’amministratore del condominio, il quale interverrà convocando un’assemblea o provando a mediare la controversia tra i condomini. Come ultima soluzione, si può giungere al ricorso giudiziario. Agendo ai sensi dell’art. 844 c.c., si può esporre la propria problematica che, nel caso venga attestata, porterà a due possibili soluzioni.

Una è l’ottenimento della cessazione delle attività che portano alla produzione di immissioni moleste, mentre l’altra è l’eventuale risarcimento dei danni. Nel caso in cui le immissioni risultino pericolose oltre la soglia di tollerabilità, si procederà con la denuncia per reato come da art. 674 c.p.

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