Si può vivere in una casa ad uso ufficio? Ecco cosa sapere per non rischiare gravi sanzioni

In Italia le abitazioni sono distinte per categoria che definisce anche la destinazione di uso dell’immobile. Quando questo è considerato ufficio è possibile renderlo la propria residenza? Ecco cosa dice la legge.

Quando parliamo di un appartamento con destinazione di uso ufficio ci riferiamo ad un immobile la cui destinazione di uso è dedicata ad attività professionali o amministrative. Per quanto, spesso questi immobili si trovino in unità immobiliari come condomini, la destinazione ad uso di ufficio indica che non sono immediatamente abitabili.

La registrazione al catasto è quella della categoria A/10 e proprio perché appartiene ad una categoria catastale differenza dagli immobili abitativi, le unità ad uso ufficio sottostanno a disposizioni di legge diverse dalle residenze. C’è, ad esempio, una normativa differente sulle norme di sicurezza, pensiamo al fatto che deve obbligatoriamente essere presente almeno un’uscita di sicurezza (poi il numero dipende dai metri quadri dell’immobile), vanno rispettate determinate qualità strutturali e costruttive e così via.

Questo significa, in poche parole, che in linea generale per legge non è possibile abitare -in maniera continuativa- in un appartamento che abbia come destinazione di uso quello di essere un ufficio. C’è però un modo che potrebbe permettere il trasferimento.

Immobile ad uso ufficio, quando può diventare un’abitazione privata

Considerando che per legge non è possibile vivere in un immobile ad uso ufficio è anche impossibile trasferirvi la residenza e quindi andarlo a definire dimora abituale. Tuttavia è possibile trasformare l’immobile in un’abitazione privata cambiando la destinazione di uso.

ufficio arredato in casa
Immobile ad uso ufficio, quando può diventare un’abitazione privata -designmag.it

Attraverso un iter che coinvolge il Comune dove si trova l’immobile e il Catasto si può arrivare a cambiare la destinazione di uso dell’immobile e quindi poter trasferire poi nell’immobile la propria residenza. Usare il condizionale è d’obbligo, in quanto non è un iter con risultato scontato; l’immobile deve infatti rispondere a precisi standard abitativi, come altezza delle pareti e condizioni igienico sanitarie.

Tutto questo inoltre ha un costo che potrebbe essere anche elevato, per cui se si sta pensando di acquistare un immobile di questo tipo e trasformarlo nella propria abitazione è bene fare attenzione. Inoltre, non si può fruire di bonus sulla casa o detrazioni IRPEF, così come i costi di gestione e le imposte rispetto all’uso residenziale sono più alte, pensiamo a TARI e IMU.

Conviene procedere solo se: l’immobile è ad un prezzo decisamente basso; è dotato di tutti i servizi che lo potrebbero rendere abitativo e i costi di cambio di destinazione, in aggiunta al costo dell’immobile, restano economicamente vantaggiosi.

Attenzione anche ad affittare un immobile con questa destinazione. Trattandosi di un appartamento non abitabile, il contratto potrebbe risultare nullo. Inoltre, trattandosi di immobili che non possono essere affittati a scopi abitativi, si potrebbe andare in contro anche a problemi legali: il proprietario, infatti, può essere accusato di violazione edilizia ed essere soggetto a sanzioni amministrative.

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