La categoria catastale identifica tutti gli immobili in base alla funzione che viene svolta all’interno. E se serve puoi cambiarla.
Una volta identificata la categoria catastale di un immobile, quell’immobile viene identificato anche per quello che riguarda la tassazione, le utenze e gli oneri a carico del proprietario o di chi lo utilizza.
In alcune situazioni potrebbe essere positivo cambiare la categoria cui appartiene la tua casa. Vediamo quali sono le situazioni in cui è possibile e che cosa comporta la variazione.
Le categorie catastali generali in cui sono inseriti tutti gli immobili nel nostro Paese vanno dalla lettera A alla lettera F. La lettera A identifica gli immobili ad uso residenziale mentre la categoria B identifica gli immobili a destinazione ordinaria speciale, quindi per esempio gli uffici pubblici e le scuole, nella categoria C sono inseriti gli immobili commerciali e poi ci sono gli immobili identificati come alberghi o case di cura che sono in categoria D, immobili speciali, e quello che sono destinati ad utilizzi particolari e vanno in categoria E.
Da ultimo c’è la categoria F che viene attribuita agli immobili che non hanno ancora una propria destinazione alle aree in costruzione e agli eventuali edifici fatiscenti. All’interno delle varie categorie ne esistono però altre più specifiche. In particolare quelle che riguardano la casa sono quattro e servono a specificare meglio qual è il valore della casa. Se effettui dei lavori di ristrutturazione e per esempio una casa considerata di edilizia popolare, quindi in categoria A4, accresce il suo valore sul mercato, si può fare il cambio in categoria A3.
Discorso simile se un immobile residenziale in categoria A3 subisce dei lavori che la assimilano a quello che si trova in categoria A2. Ma si può avere anche la situazione contraria: se per esempio dei lavori eliminano alcuni elementi che classificano l’immobile in una categoria questa categoria scende.
Altre tipologie di cambio sono quelle da categoria A a categoria C e viceversa ovvero i cambi da uso residenziale a uso negozio o da negozio a abitazione. Occorre tenere presente che il cambio di categoria catastale influenza tutta una serie di spese legate all’immobile: per esempio varia il valore rispetto al calcolo dell’IMU e della TARI.
E vale anche la pena ricordare che non sempre, anche se vengono effettuati dei lavori, è necessario comunicare il cambio di categoria. Per esempio, in caso di tettoie con altezza utile sotto 1,80 metri e volumetria contenuta entro 150 metri cubi oppure costruzioni e manufatti precari o ancora vasche adibite alla raccolta dell’acqua.
Nel caso però vengano effettuati dei lavori per i quali sarebbe necessario inviare richiesta di variazione catastale questa va inviata tempestivamente, dato che maggiore è il ritardo rispetto ai lavori che vengono svolti maggiore sarà la sanzione che verrà applicata nel momento in cui verrà richiesto il cambio.