È possibile abbassare la rata del mutuo? Teoricamente sì. Andiamo a vedere tutte le iniziative in tal senso del Governo.
Nel mondo dei mutui ci sono due cose che creano incertezza: l’andamento dell’economia nel mondo e quella nel nostro Paese. A livello internazionale, ci sono due fattori che fanno preoccupare: la situazione politica, che è un po’ complicata e fa dubitare del futuro, e poi c’è il fatto che i prezzi dell’energia stanno salendo e questo potrebbe far sì che le banche centrali non vogliono abbassare i tassi di interesse.
C’è ancora un po’ di confusione su cosa potrebbe succedere se Evergrande fallisse finanziariamente. Potrebbe esserci il rischio di eventi negativi a cascata, come è successo quando Lehman Brothers è fallita. Nel nostro Paese è necessario vigilare sull’effettivo impatto derivante dall’implementazione della tassa sugli extraprofitti delle banche. Queste, al fine di assorbire tale onere, potrebbero decidere di trasferire ai propri clienti una parte dei costi mediante l’aumento dei servizi, delle commissioni e dello spread che viene applicato a ogni operazione di finanziamento. Quindi, è necessario capire la questione.
Rata del mutuo: come abbassarla?
Oggi, se vuoi chiedere un mutuo, devi sapere che ci sono due tipi di tassi d’interesse: fissi e variabili. I tassi fissi sono intorno al 4%, mentre quelli variabili sono più alti, oltre il 5%. Questo dipende dall’Eurirs (che riguarda i tassi fissi) che è aumentato molto, ma poi è leggermente diminuito.
L’Euribor (che riguarda i tassi variabili) continua ad aumentare e ora è intorno al 3,90%, che è un po’ meno del tasso di riferimento della Banca centrale europea. Per un mutuo di 150.000 euro con una durata di 20 anni, si stima che il pagamento mensile sia di 917 euro al tasso fisso e di 990 euro al tasso variabile. Se il mutuo arriva a 30 anni, le rate mensili si riducono a 734 euro con il tasso fisso e a 814 euro con il tasso variabile.
In autunno, sembra che ci saranno aiuti per le famiglie che hanno problemi a pagare i mutui, soprattutto quelli a tasso variabile. L’ABI (Associazione bancaria italiana) ha chiesto alle banche di aiutare i clienti a rinegoziare i loro finanziamenti senza costi extra, allungando i tempi di rimborso e convertendo i mutui variabili in fissi. Riguardo all’intento di trasformare il tasso variabile in fisso, la legge dice che bisogna farlo se il modello ISEE è sotto i 35.000 euro.
Ma la circolare Abi dice che è meglio superare questo limite. Soltanto che, con i tassi di adesso, potrebbe non essere una gran mossa. Ad esempio, se hai un mutuo a tasso variabile che dura ancora 20 anni e ha uno spread sull’Euribor dell’1%, se lo trasformi in fisso ti ritrovi con un tasso d’interesse del 4,2%. Ma poi il debito lo paghi più lentamente.
Il governo vuole mettere più soldi e opzioni diverse per aiutare chi ha contratto un mutuo. Una di queste è l’ampliamento del Fondo Gasparrini, che già aiuta chi ha problemi seri di salute o lavoro. E poi c’è il Fondo Consap per i giovani sotto i 36 anni, che scade il 30 settembre.