Il padrone di casa può mettere in vendita l’immobile quando un già presente inquilino paga regolarmente l’affitto? Cosa dice la legge.
Nel contesto sociale in cui ci ritroviamo a vivere, le banche concedono mutui con molta più difficoltà rispetto a solo un decennio fa. Soprattutto gli ultimi quattro anni, colpiti dal Covid-19 con conseguente lockdown di svariati mesi, ha fatto perdere il lavoro a moltissimi italiani, costretti a mandare avanti una famiglia magari con un solo stipendio mensile. Va da sé considerare quindi già a monte un problema ben definito. Comprare casa, pertanto, diventa quasi un sogno utopico, rimandandolo di mese in mese se non in anni.
Se da una parte troviamo una richiesta di mutui nettamente inferiore, l’offerta di case in vendita, invece, vede tutto il contrario: immobili immessi sul mercato a un prezzo offeso nel suo singolo valore non solo d’acquisto, ma anche di manutenzione. Gli affitti quindi, al momento, rimangono il valore di maggiore richiesta nonostante in alcune zone del Centro e Nord Italia si siano sfiorati i prezzi al mq davvero impattanti dal punto di vista economico.
Ma se un inquilino, che paga regolarmente ogni mensilità dovesse ritrovarsi davanti all’ipotesi da parte del locatore di voler vendere casa? Come si dovrebbe muovere e soprattutto cosa dovrebbe fare? Chiariamo ogni quesito in merito.
Padrone di casa che vende immobile, cosa deve fare l’inquilino? Parla la Legge
Come detto, gli affitti al momento rimangono una certezza dal punto di vista economico, nonostante le gravi condizioni in cui milioni di italiani si vedono riversati. Specialmente chi paga un appartamento da molto tempo in affitto, pensando di poter comprare casa, si sarà visto chiudere le porte in faccia da tante banche, con negazione di un mutuo. Rimanere quindi in locazione quantomeno garantisce più tranquillità e serenità. Ma cosa succede se il proprietario dell’immobile decide di voler vendere casa?
A questo quesito, innanzitutto, possiamo avere una certezza: nessun proprietario potrà decidere dall’oggi al domani di mettere in vendita il proprio immobile senza neppure avvisare l’inquilino che vi abita al suo interno. Allo stesso tempo non solo dovrà eventualmente avvisarlo, ma discutere con lui circa i patti contrattuali avvenuti a inizio locazione. Poniamo un esempio pratico: se alla stipula del contratto opportunamente registrato alle sedi equivalenti, non risulta alcuna postilla che specifichi la qualsiasi decisione su un’eventuale vendita, il locatore non potrà in alcun modo inserire nel mercato il proprio immobile.
A rigor di logica, subentra anche una sorta di ‘anzianità‘: per legge il locatore è chiamato a chiedere all’affittuario l’ipotesi di acquisto. Questi può ovviamente rifiutare per tutta una serie di motivazioni e anche in questo caso il primo non potrà sfrattare il secondo. Quando per legge è invece previsto?
Si può chiedere lo sfratto per motivazioni personali valide(e dimostrabili) che accertino il bisogno impellente di usare l’immobile stesso, così come richiederlo nel momento in cui l’affittuario risulta moroso, quindi non pagare le varie mensilità per un certo lasso di tempo. Inoltre il locatore potrà immettere nel mercato il proprio immobile nel momento in cui scadrà il contratto d’affitto e da nessuna delle due parti ci sia l’intenzione di rinnovo.
Ciononostante non è certo detto che l’immobile debba rimanere a vita in affitto. Il locatore dovrà a tempo debito informare l’affittuario circa l’intenzione di vendita, concedergli una qualsiasi forma di tempo in cui potrà capire come muoversi, eventualmente concordare con lui un eventuale prezzo riferito al discorso fatto poc’anzi e lasciargli la possibilità di avvalersi del diritto di prelazione.