Guardare la propria casa e volerla ristrutturare. Cosa significa vedere troppe imperfezioni e tanti cambiamenti da effettuare?
Una parete da ridipingere, un bagno da modernizzare, una disposizione dei mobili sbagliata, il pavimento rovinato, in una casa si possono trovare tanti difetti ma quando non si vede altro potrebbe esserci un serio problema.
Ci sono persone che non sono mai soddisfatte. Accontentarsi di ciò che si ha non è facile se il pensiero corre sempre verso il “come potrebbe essere”. Guardano con sdegno o tristezza alla propria vita sognando una realtà diversa che considerano migliore. Un atteggiamento che porta malessere e senso di frustrazione perché non sempre si possono realizzare i desideri. Questa voglia di cambiamenti può manifestarsi anche osservando la propria casa. C’è un tarlo in testa, volerla ristrutturare.
Nulla convince e si desidererebbe modificare tanti aspetti. Riempire la parete spoglia, illuminare in maniera più intelligente, cambiare il divano perché scomodo, avere una cabina armadio. Inutile i commenti positivi degli amici quando entrano in casa, l’idea di dover ristrutturare è troppo prepotente. Ebbene, potrebbe esserci un serio problema dietro questo desiderio.
La sindrome della casa incompleta è una sensazione che può causare diversi problemi. L’idea di avere un’abitazione perfetta, sempre in ordine, pulita ed esteticamente bella può diventare un’ossessione che non abbandona. Chi soffre di questa sindrome pensa che la perfezione sia l’unico traguardo a cui ambire, tutto deve essere impeccabile altrimenti è una vergogna. A peggiorare la situazione le foto di case perfette che si vedono sui social.
Come per l’aspetto fisico si creano standard di alto livello. Nel primo caso ci si rivolge alla chirurgia plastica per ottenere quella che nella testa di chi non si vede mai bella/bello è la perfezione. Quando si tratta di case, invece, nasce una voglia di svuotare completamente l’appartamento e rifarlo da zero. Si vuole mostrare un luogo meraviglioso e senza difetti, obiettivo impossibile da raggiungere.
Il primo passo per affrontare questo senso di inadeguatezza e frustrazione è riconoscere il disagio avvertito, la provenienza della scomoda sensazione e affrontarla pensando che la perfezione non esiste. Le pretese eccessive difficilmente verranno soddisfatte. Ottenere tutto è impossibile, controllare tutto è impossibile. Bisogna accettare la normalità – che è disordine, imperfezioni, mancanze – e dimenticare la perfezione. Possiamo fare di più, questo è vero, ma ci sono dei limiti inevitabili e ottenere il meglio del meglio è difficilissimo.