Se hai ancora queste musicassette in casa puoi festeggiare: valgono migliaia di euro - designmag.it
I giovani sono cresciuti in un contesto in cui la musica è fruibile in qualsiasi momento, su qualsiasi dispositivo e senza la necessità di doverla acquistare. Già la diffusione della televisione, con l’arrivo di canali dedicati alla musica, permetteva di aumentare le occasioni e le modalità con cui ascoltare le canzoni preferite senza bisogno di acquistare un singolo o un disco, ma c’era ancora un dettaglio che rendeva fondamentale il possesso: la randomicità delle selezioni musicali.
Esattamente come in radio, anche in tv le canzoni che passano sono sì per lo più quelle che vanno per la maggiore nel momento, ma il fruitore non ha modo di scegliere cosa ascoltare, solo quello di scegliere quale programma seguire affinché la selezione dell’autore o del conduttore del programma sia più affine alla propria.
Questo da un lato consente di conoscere artisti e canzoni che non si conoscono, ma dall’altro priva spesso e volentieri di sentire quel brano o quei brani che si desidererebbe ascoltare in quel preciso momento. Un problema che la diffusione di internet e di piattaforme come YouTube e Spotify hanno cancellato del tutto, poiché permettono di scegliere l’artista e la canzone che si desidera.
Avere a disposizione l’intera discografia di qualsiasi artista senza pagare un centesimo ha reso inutile l’acquisto di album sia in formato fisico che digitale, se non per una questione di collezionismo e gratificazione personale legata al possesso del singolo o dell’album in questione.
Per alcuni il digitale ha reso la musica realmente alla portata di tutti – il che è vero poiché consente di conoscere e ascoltare tutto senza costi aggiuntivi – per altri ha solo rovinato il lato romantico della scoperta e dell’acquisto. Di sicuro ha ridotto i guadagni per le major e per gli artisti che non riescono a diventare delle celebrità, ma ha anche offerto la chance di farsi conoscere senza intermediari, semplicemente pubblicando il proprio lavoro su social e piattaforme gratuite.
Poi ha avuto un effetto non previsto: ha reso i vinili e le musicassette degli oggetti rari e da collezione. Possedere oggi alcuni album in vinile o in cassetta corrisponde ad avere un gioiello prezioso in casa, il cui valore supera di gran lunga quello commerciale di vendita.
“The Versace Experience – Prelude 2 Gold” di The Artist del 1995 vale intorno ai 4.000 euro, mentre “24 Hours” dei Throbbing Gristle, un cofanetto contenente 26 musicassette rarissime, vale tra i 2.200 e i 2.400 euro, così come il cofanetto dei più grandi successi ’79-’87 della United Diaries.
Chi possedesse la “The Madonna Collection” del 1987 – cofanetto con i più grandi successi dell’artista americana fino a quel momento – potrebbe ricavarci oggi 1.500 euro. In questa lista di musicassette di grande valore non mancano gli artisti italiani, ad esempio “Ma cosa vuoi che sia una canzone” del 1978, album di esordio di Vasco Rossi, vale 1.000 euro, mentre l’album sperimentale di Franco Battiato “Fetus” del 1972 può essere venduto tra i 500 e i 1.000 euro.