Comprare una casa all’asta è un trend negli ultimi anni in rapida diffusione ma si può fare anche per investimento, rivendendola?
Prima di avventurarsi dal punto di vista pratico e legale in quello che sembra essere un mondo a parte e che, effettivamente, ha una serie di regole molto precise previste dalla normativa, è bene valutare con attenzione pro e contro, senza lasciarsi unicamente trascinare da quello che sembra un investimento facile.
Acquistare casa all’asta spesso consente di risparmiare, tuttavia è bene chiarire che, nella maggior parte dei casi, non si avrà la possibilità di fare le medesime verifiche di un’abitazione standard e questo vuol dire problemi che possono subentrare in corso d’opera di cui bisognerà gestire le conseguenze.
Casa all’asta: si può rivendere dopo e fare un investimento?
Questa premessa è d’obbligo perché molti sono spinti a credere che si tratti della soluzione a tutti i problemi, il quadro però è ben più articolato di così. Per acquistare una casa all’asta di base valgono le regole fiscali standard quindi quelle del libero mercato. L’immobile deve però restare nelle mani dell’acquirente per almeno 5 anni dopo l’acquisto quindi, se la persona che fa l’affare, decide poi di rivendere la stessa dovrà pagare le tasse sul margine del ricavo.
La questione è semplice, molti acquistano immobili deteriorati, li sistemano e approfittano del valore basso di acquisto per poi rivenderli e fare un margine significativo sul prezzo. Se questo avviene dopo 5 anni, non ci sono problemi, se avviene prima invece quel margine diventa reddito e va riportato nella dichiarazione annua e quindi andrà poi valutato ai fini Irpef.
L’importo tassato non sarà tutto ma semplicemente quello dato dalla differenza di acquisto e il prezzo di vendita, quindi solo sulla plusvalenza. In caso di persona fisica questa viene tassata al 26%. L’obiettivo di questa legge è quello di garantire la possibilità a tutti di acquistare senza che vi siano solo speculazioni. Sarebbe facile per molti comprare case a basso costo, sistemarle e rivenderle con un vero e proprio business immobiliare. Questo è anche lecito, a patto però che si paghino le tasse.
La normativa stringente scoraggia privati e società e in questo modo offre a tutti la possibilità di poter avere una casa a buon mercato, partecipando ad un’asta relativa. Queste sono aperte e pubbliche, ce ne sono tantissime in ogni città, in molti casi sono pubblicizzate anche dalle ditte immobiliari, per questo partecipare è gratis e anche semplice ma bisogna pagare direttamente, senza mutuo.