Se affitti casa fai il contratto così: ti tuteli davvero se l’inquilino smette di pagare

Quando si affitta casa non bisogna affidarsi alla fortuna. Meglio tutelarsi dall’eventualità che l’inquilino non paghi con il contratto perfetto.

Le probabilità di una morosità da parte di un inquilino sono più alte di quanto si possa pensare. Il proprietario può tutelarsi sapendo qual è il contratto migliore da firmare proprio per avere maggiori garanzie in caso di inadempienze.

Il proprietario di un immobile nel momento in cui decide di affittarlo dovrà effettuare serie valutazioni per evitare problematiche. Non tutti gli inquilini si dimostrano seri e affidabili e la possibilità che causino guai è molto alta. Anche se si ha necessità di soldi e fretta di affittare la casa bisogna selezionare con cura il conduttore senza cedere l’appartamento al primo richiedente.

Può essere utile verificare le garanzie reddituali dopo aver fatto le domande giuste per approfondire la sua conoscenza. Scegliere una persona che dà fiducia e sembra affidabile, però, non significa allontanare qualsiasi problematica futura. Potrebbero incorrere problemi finanziari a causa della perdita del lavoro, spese improvvise o riduzione dell’orario lavorativo. Ecco perché è bene adottare una strategia di prevenzione della morosità per minimizzare i rischi ed eventuali complicazioni.

Il contratto da stipulare quando si affitta il proprio immobile

Oltre all’attenta selezione del conduttore è bene tutelarsi con un contratto di locazione chiaro, completo e dettagliato. La trasparenza eviterà discussioni e fraintendimenti che potrebbero essere utilizzati dal conduttore per giustificare una morosità o un ritardo nel pagamento. Il contratto, dunque, dovrà includere l’importo dell’affitto, le scadenze dei versamenti, la modalità di pagamento accettata, le conseguenze di un eventuale ritardo o mancato pagamento.

Contratto affitto immobile
Le caratteristiche di un contratto chiaro (Designmag.it)

Per una maggiore garanzia, poi, meglio inserire nel contratto le clausole riguardanti gli interessi di mora applicati per versamenti in ritardo nonché la procedura di risoluzione del contratto in caso di inadempimento da parte dell’inquilino. Oltre alla chiarezza del contratto sarà necessario scegliere la tipologia migliore in base alla proprie esigenze. Ricordiamo che ci sono numerosi tipi di contratto di affitto.

A canone libero, ad esempio, è il più comune con durata minima di 4 anni rinnovabile per altri 4. L’importo del canone sarà deciso di comune accordo tra proprietario e conduttore. Poi c’è il contratto di locazione a canone concordato con durata minima 3 anni e rinnovo per altri due anni con importo determinato dagli accordi locali tra inquilini e associazioni di proprietari o il contratto transitorio per chi ha temporanee esigenze abitative (tra e e 18 mesi). In generale la scelta finale dipenderà dai bisogni di locatore e inquilino e dovrà soddisfare entrambe le parti.

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