Da più parti si parla di rivoluzione Superbonus. Il motivo è il possibile ritorno dello sconto in fattura e della cessione del credito.
Il decreto che vieta la cessione del credito e lo sconto in fattura nel settore edilizio ha generato un dibattito sulla questione. Alcuni sostengono che la soluzione ai problemi del settore sarebbe il ripristino di tali meccanismi, ma ci sono anche elementi contrari a questa tesi. La successione temporale degli eventi è importante per comprendere la situazione della cessione dei crediti.
Tuttavia, si scopre che i meccanismi della cessione dei crediti si erano già bloccati prima del decreto del Governo Meloni, quindi lo stesso non è la causa dello stop generale dei meccanismi, i quali sono considerati fondamentali per sviluppare il sistema del superbonus e di tutti gli altri bonus edilizi.
Rivoluzione Superbonus: quali sono i problemi attuali?
Si parla dell’ipotesi di ripristinare lo sconto in fattura e la cessione del credito per far ripartire il settore edilizio. Tuttavia, molti si pongono la domanda su perché le banche abbiano avuto problemi anche prima del decreto.
Se una banca presenta debiti verso il Fisco, può compensarli con la cessione di crediti fiscali fino a un certo importo, chiamato capienza fiscale. È evidente che nel caso in cui una banca accetti cessioni di credito che superino il limite stabilito, non sarà in grado di compensare direttamente l’eccedenza con i debiti fiscali. In tal caso, la banca potrebbe soltanto cedere ad un altro soggetto i crediti in eccedenza, il quale potrebbe a sua volta acquistarli.
Il sistema di cessione del superbonus e di tutti gli altri bonus fiscali ha generato un eccesso di crediti acquisiti dalle banche che supera la loro capienza fiscale. Tuttavia, non è certo che ci sia un mercato di soggetti terzi intenzionati ad accettare questa eccedenza di crediti, il che rappresenta un problema per il sistema bancario. Inoltre, le banche hanno paura di essere coinvolte in truffe e beghe legali. Se si ripristinasse la cessione del credito e lo sconto in fattura nel settore edilizio, potrebbe in qualche modo aiutare.
Ma alla fine, il problema è che le banche non possono gestire troppi crediti fiscali. Quindi, anche se si ripristinasse tutto, non risolverebbe tutti i problemi. Salvo l’adozione di specifici parametri quantitativi già previsti dalla normativa pertinente, sarebbe opportuno stabilire un tetto massimo per i crediti cedibili, al fine di fornire a tutte le parti coinvolte, quali imprese, committenti e istituti bancari, una chiara indicazione sin dall’inizio circa il limite massimo consentito per determinate operazioni.
Ovviamente, chi arriva per ultimo, male alloggia. Ma è difficile trovare posto, visto che le vendite già fatte hanno messo in crisi le finanze pubbliche. Non è mai una buona idea promettere bonus fiscali infiniti. Alcuni avevamo già previsto questo durante il governo Conte, e i fatti gli hanno dato ragione, come il problema degli esodati ha dimostrato.