Si fa presto a parlare di sanatoria edilizia ma ristrutturare un’abitazione abusiva è un’azione da intraprendere con cautela.
In Italia sono moltissimi gli edifici che presentano un qualche tipo di abuso edilizio, e spesso a trovarsi col problema da risolvere sono gli eredi, inconsapevoli e magari poco informati sulle Leggi vigenti. Quando ci si accorge di un lavoro effettuato senza permessi o se si vuole ristrutturare una casa che presenta difformità, bisogna innanzitutto valutare bene la situazione, in modo da trovare la soluzione più adeguata.
Infatti le fonti legislative a cui attingere sono moltissime, e sono anche passibili di continui aggiornamenti. Ecco perché per prima cosa bisogna ricordare alcuni punti saldi: si può acquistare un immobile in cui siano presenti abusi edilizi, ma solamente se le parti ne sono a conoscenza e si trovano d’accordo; gli eredi non vanno incontro alle conseguenze penali previste per chi aveva commesso l’abuso, ovvero il defunto, ma possono essere chiamati a pagare sanzioni amministrative o in extremis rinunciare all’eredità; non tutti gli abusi edilizi sono sanabili.
Vuoi ristrutturare un’abitazione abusiva? Ecco tutto quello che c’è da sapere
Quando si parla di abusi edilizi si entra in un mondo vastissimo, poiché la definizione è generica e sono molti i lavori che vi possono rientrare. In generale, si ha un abuso edilizio o difformità quando sono stati eseguiti dei lavori senza chiedere i permessi o l’assenso della Pubblica Amministrazione di competenza.
La costruzione di un intero immobile abusivo, invece, viene definito meglio con l’espressione “in assenza di titolo abilitativo edilizio” e si distingue da altre tipologie di illeciti, come ad esempio l’espansione della metratura contro i limiti previsti nel singolo territorio, oppure la modifica della destinazione d’uso senza aver ottenuto i permessi o, peggio ancora, quando si eseguono lavori non conformi alle norme di sicurezza, come le normative antisismica e antincendio.
Se ne evince che per prima cosa bisogna che venga accertata l’esatta tipologia di abuso e individuati i vari responsabili. Questi oltre al committente che ha incaricato di eseguire i lavori, possono essere la ditta che li ha effettuati, il professionista che ha redatto le relazioni e infine l’acquirente (se consapevole) e gli eredi. A seconda del caso, ogni attore protagonista potrà rispondere penalmente o pagando sanzioni amministrative.
In alcuni casi è possibile rimediare agli abusi, ma solamente se l’opera in oggetto non viola vincoli paesaggistici o le norme di sicurezza, e quando non è in contrasto con i regolamenti urbanistici, sia quelli vigenti al momento dei lavori sia quelli aggiornati al momento della richiesta della sanatoria.