Chi stabilisce l’accensione del riscaldamento in condominio: normative, diritti dei condomini e regolamenti per una gestione corretta
L’accensione del riscaldamento in condominio è una questione centrale, specie all’arrivo dei mesi freddi, e spesso suscita discussioni tra gli inquilini, poiché influenza il benessere domestico e i costi energetici. La decisione su quando attivare il riscaldamento in un condominio non è arbitraria, ma regolamentata da normative nazionali, con margini di autonomia che possono generare dinamiche complesse.
La legge italiana stabilisce regole precise per l’attivazione degli impianti di riscaldamento centralizzati, differenziando le aree geografiche del Paese in zone climatiche, contraddistinte dalle lettere A a F. In base a questa classificazione, le zone più fredde (come la E e la F) possono accendere il riscaldamento in anticipo rispetto alle zone a clima più mite (A e B).
Inoltre, la normativa stabilisce una fascia oraria giornaliera entro cui il riscaldamento può essere acceso, generalmente tra le 5:00 e le 23:00. Ogni condominio può, all’interno di questi limiti, decidere l’orario specifico di funzionamento del riscaldamento tramite l’assemblea condominiale, che delibera sugli orari in base alle esigenze dei residenti.
Oltre alle fasce orarie, è previsto un limite massimo alla temperatura interna, che deve mantenersi intorno ai 19°C, con una tolleranza di 2 gradi. Tuttavia, in caso di situazioni climatiche straordinarie o emergenze, decreti ministeriali o autorità locali (come comuni e regioni) possono anticipare o posticipare i periodi di accensione del riscaldamento, tenendo conto delle particolari esigenze del territorio.
Rispettare la normativa in base al comune di appartenenza è il punto di partenza, ma le assemblee condominiali hanno la facoltà di modificare gli orari di accensione e spegnimento, sempre all’interno delle fasce stabilite a livello nazionale. Il regolamento condominiale potrebbe già prevedere indicazioni specifiche sugli orari di funzionamento del riscaldamento. Se mancano disposizioni prestabilite, la decisione sugli orari viene affidata all’assemblea condominiale, coordinata dall’amministratore. Nessun singolo inquilino ha il diritto di variare autonomamente gli orari di funzionamento dell’impianto; ogni modifica richiede un accordo collettivo che rifletta le diverse esigenze di comfort dei condomini.
Per l’approvazione di tali decisioni si prevedono due possibilità di votazione: in prima convocazione, è necessaria la maggioranza dei presenti che rappresentino almeno il 50% del valore dell’edificio; in seconda convocazione, basta la maggioranza dei partecipanti che rappresentino un terzo del valore dell’immobile. La gestione degli orari di accensione del riscaldamento richiede quindi una mediazione attenta, facilitata dal ruolo di un amministratore di condominio competente, in grado di equilibrare comfort e norme.