Vediamo cosa cambierà in bolletta da gennaio 2024 con la decisione del governo di non prorogare il mercato tutelato di energia e gas.
I consumatori più attenti hanno oramai imparato a fare economia cercando di risparmiare energia in casa il più possibile praticando i suggerimenti che anche noi di designmag.it abbiamo più volte proposto ai nostri lettori. Lo scopo è abbassare il costo della bolletta mensile, ma sono attese novità con la fine del mercato tutelato dell’energia.
Come spesso leggiamo sul portale news Notizie.com che aggiorna i lettori su tutte le novità dell’attualità, anche politica ed economica, oltre che sui fatti di cronaca, ci sono opinioni discordanti a proposito della nuova misura che coinvolgerà circa 9 milioni di italiani che a gennaio saranno chiamati a lasciare il mercato tutelato per ciò che riguarda la bolletta del gas, mentre slitta ad aprile per l’energia elettrica.
Cosa cambia per i consumatori con la fine del mercato tutelato
La fine del mercato tutelato per l’energia e il gas è stata decisa dal governo Draghi nel 2022 che ha dovuto accettare la richiesta dell’Unione europea perché altrimenti l’Italia non avrebbe ricevuto i fondi del Pnrr. I consumatori sono allarmati per l’incognita relativa alle bollette relative al servizio di energia elettrica e di gas, perché non tutti hanno chiaro se si avrà davvero un risparmio o al contrario un aumento dei costi in bolletta.
Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, sostiene che il mercato libero sia un bene per i cittadini italiani, tanto che a “Dritto e Rovescio” ha sottolineato che l’anno scorso “c’è stata una riduzione sul libero delle bollette dell’elettricità del 30%”.
Al contrario Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, cita i dati Istat secondo cui la luce del mercato libero in Italia è salita del 97,7% contro il 31,6% del mercato tutelato. In sostanza si parla di più del triplo. Mentre considerando il primo dato utile del gas rilevato dall’Istat, il mercato libero dal mese di dicembre 2021 è in pratica aumentato del 41,5% contro il +5,7% del tutelato.
Gli fa eco Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo, secondo il quale non c’è da stare allegri. Perché per gli italiani che sceglieranno dei nuovi fornitori dei servizi o comunque con il passaggio al nuovo sistema si rischia una stangata salata. Secondo lui fare a meno della tutela significa “togliere quella soglia che permetteva ai consumatori di avere un prezzo calmierato”. Secondo i calcoli Gabriele conclude che con questa misura ci sarà almeno “un aumento del 10% rispetto a ora”.
Cosa deve fare il consumatore
Cosa deve fare, in buona sostanza, il consumatore che si trova davanti alla decisione di dover scegliere un fornitore nuovo per l’erogazione della energia elettrica o del gas? Quello che possiamo dire è che non c’è una formula che può essere valida per tutti. Infatti ciascun consumatore deve scegliere una specifica offerta del mercato libero che si rivela più o meno vantaggiosa in relazione alle proprie abitudini di consumo.
Ma cosa succede se si è indecisi o se semplicemente non si sceglie un nuovo fornitore entro le date già stabilite? Che sono, lo ricordiamo, il primo gennaio 2024 per il gas e il primo aprile per l’energia elettrica. In pratica non si resterà senza le forniture, quindi agli utenti che non hanno preso alcuna decisione in seguito alla fine del mercato tutelato verranno proposte delle offerte specifiche
In particolare, agli utenti del gas il proprio operatore di appartenenza metterà a disposizione un’offerta definita “Placet”. Ivece per la fornitura di energia elettrica la propria utenza verrà dirottata agli operati che risulteranno vincitori di un’asta territoriale indetta da ARERA. I clienti dovranno restare presso questi nuovi operatori per un periodo di tre anni.
Resteranno nel mercato tutelato o di maggior tutela i cosiddetti vulnerabili, cioè gli over 75, i soggetti disabili che percepiscono i vantaggi della legge 104 e chi ha in casa apparecchiature salva vita. Ma anche i residenti in zone colpite da calamità naturali, chi vive su isole non interconnesse, e i percettori di bonus sociale perché in condizione di disagio economico o sanitario.