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Normative

Rimborso TARI: guida completa per riavere indietro i soldi spesi

Tra le tante tasse da pagare figura anche la TARI, cioè l’imposta sulla spazzatura: lo sai che potresti avere diritto a un rimborso? 

Nel 1789 (l’anno della Rivoluzione Francese) Benjamin Franklin scrisse: “Esistono solo due cose certe al mondo, la morte e le tasse“. Ad oggi questa verità è rimasta inalterata: le tasse vanno pagate e non farlo può comportare ritorsioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Tra le varie imposte da pagare figura anche la TARI, vale a dire la tassa sulla spazzatura dovuta nei confronti del proprio Comune. A differenza di altre imposte (ad esempio l’IRPEF), infatti, la TARI è un’addizionale comunale: vale a dire che non si versa nei confronti dello Stato, ma dei propri Comuni di appartenenza.

E sono proprio questi ultimi che, in alcuni casi, hanno calcolato un’imposta aggiuntiva sull’imposta che potrebbe comportare un rimborso per i cittadini. Ma andiamo con ordine: innanzitutto bisogna specificare che proprio per sua natura la TARI è già una tassa. A partire da questo presupposto è stato stabilito che imporre una tassa su un’altra tassa non è possibile.

Hai pagato una TARI più alta del dovuto per gli ultimi 10 anni? Hai diritto a un rimborso

A deciderlo sono state la Corte di Cassazione con la sentenza 5078 del 2016 e la Corte Costituzionale con la sentenza 238 del 2009. Nello specifico alcuni Comuni, nel corso degli ultimi anni, hanno calcolato male l’importo della TARI, aggiungendovi un 10% di Iva che ha comportato aumenti fino a 100 euro l’anno per le famiglie.

Presentando un’istanza di rimborso al tuo Comune puoi riavere i sodi pagati in più per la TARI (Designmag.it)

Tali aumenti, però, non sono giustificabili e anzi danno diritto a un rimborso per tutti coloro che li hanno ingiustamente pagati. Tutti coloro che vogliano chiedere un rimborso possono farlo relativamente agli ultimi 10 anni di pagamenti, come stabilito dall’articolo 2946 del Codice Civile. Oltre questo limite, infatti, la legge stabilisce che non è più possibile chiedere indietro i soldi.

L’iter da seguire è questo: innanzitutto bisogna verificare se sui propri pagamenti è stata aggiunta o meno l’Iva al 10%. In seguito bisogna presentare un’istanza di rimborso al proprio Comune, indirizzandola all’Ufficio Tributi. Tale istanza dovrà comprendere anche le ricevute di pagamento che dimostrano l’effettivo versamento per la TARI.

Sebbene tutti i cittadini che hanno pagato questa maggiorazione abbiano diritto a un rimborso, inoltre, si specifica che per aumentare le possibilità che la propria istanza venga accolta ci si può affidare a un’associazione dei consumatori, la quale provvederà a presentare un’istanza di rimborso collettiva.

Martina Di Paolantonio

Laureata in moda e costume, negli anni mi sono interessata delle più disparate tematiche. Amo la correttezza formale dei testi mista a un buon contenuto: il copywriting mi è sembrata la scelta lavorativa giusta per dare seguito a questa mia passione

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