Luglio ha portato una nuova riforma del condominio cambiando alcune regole. In realtà, la verità è un’altra. Ecco quale.
Sono mesi che si parlava di una riforma del condominio e finalmente a luglio è entrata in vigore. Tuttavia, si è creata molta confusione tra i cittadini italiani che vogliono sapere cosa cambierà per loro.
In realtà, non si tratta di una riforma in senza stretto piuttosto modifiche ad alcune norme approvate dopo la Riforma Cartabia sulla giustizia avvenuta a luglio. Ecco nello specifico cosa cambia.
Per prima cosa dobbiamo dire che la normativa sul condominio risale al 2013 ed è ancora attualmente valida. Ciò significa che la Riforma Cartabia non cambia la normativa generale sulla regolamentazione del condominio ma solo alcune norme. Nello specifico, i cambiamenti riguardano la figura, anzi, il ruolo dell’amministratore condominiale: avrà più autonomia nel decidere, agire e partecipare alla mediazione civile e commerciale.
Infatti, secondo la nuova riforma del condominio, l’amministratore non sarà più obbligato a ottenere l’approvazione preventiva dell’assemblea nella mediazione, se ritiene di intervenire per tutelare gli interessi condominiali. Comunque sia, potrà chiede l’approvazione dell’assemblea condominiale in un secondo momento.
Da luglio nuove sentenze della Corte di Cassazione si sono espresse in favore del nuovo ruolo dell’amministratore di condominio. Ad esempio, recentemente una sentenza della Cassazione avrebbe stabilito che in caso di lavori di ristrutturazione del condominio la responsabilità diretta non è più dell’amministratore. Infatti, i giudici hanno stabilito che il responsabile dei lavori straordinari sarà il tecnico (geometra, architetto o ingegnere) a cui sono stati affidati i lavori.
Tra l’altro la sentenza ha anche stabilito che i collaudi al termine dei lavori spettano alla ditta incaricata e non all’amministratore. Stessa cosa per la compilazione dei documenti e delle certificazioni che attestino la regolarità dei lavori per ottenere le agevolazioni fiscali.
Insomma, nei casi di lavori urgenti e straordinari la sola responsabilità dell’amministratore condominiale è controllare che abbia ricevuto tutta la documentazione necessaria e conservarla per ottenere bonus o agevolazioni.
Invece, un’altra sentenza della Cassazione si espressa sulla responsabilità dell’amministratore in caso di inerzia nello svolgimento dei propri compiti, soprattutto se reiterata. In questo caso, secondo la secondo la sentenza, il rischio per l’amministratore è la revoca della nomina. Questo potrebbe capitare soprattutto se ritarda: