In cosa consiste la riforma del catasto, quali sono le novità e cosa cambia per i proprietari di case, che temono di pagare più tasse? Premesso che si tratta di una riforma attesa da oltre 30 anni, dato che l’ultima revisione degli estimi catastali risale al 1989 e si riferisce a un sistema catastale datato 1939, è stata pensata con uno scopo preciso. Cioè quello di far emergere tutte quelle proprietà ”fantasma’‘ che attualmente non sono rilevate dal sistema e che quindi sfuggono al controllo e alla tassazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il punto al centro del dibattito politico è l’articolo 6 della legge delega per la riforma fiscale che prevede la “modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale, al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati, e un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale, da rendere disponibile a decorrere dal 1° gennaio 2026”.
Quindi in poche parole il sistema di rilevazione catastale degli immobili va aggiornato con nuovi strumenti che possono essere usati dai Comuni e dall’Agenzia delle entrate per portare alla luce oltre un milione di immobili che attualmente non risultano censiti, sono abusivi o sono censiti non correttamente (come nel caso dei terreni edificabili accatastati come agricoli).
I nuovi strumenti potranno facilitare il corretto censimento e classamento degli immobili in base a un valore patrimoniale e una rendita attualizzata, rilevati su valori di mercato, che potranno esser adeguati periodicamente. Questo non significa che i proprietari di case pagheranno automaticamente tasse maggiori rispetto a ora, in quanto le nuove informazioni non saranno usate per la determinazione della base imponibile dei tributi né per finalità fiscali, come il calcolo ISEE, ma solo come mappatura.
La riforma, comunque, non avrà effetto fino al 2026. In effetti fino a quella data saranno semplicemente aggiornate tutte le informazioni attualmente presenti nel catasto, anche prevedendo l’adozione di strumenti che possano facilitare la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle entrate e gli altri enti di controllo.