Il riscaldamento domestico comporta alte percentuali di emissioni di gas serra, ma con questi metodi possiamo ridurne l’impatto ambientale.
Quanto spesso abbiamo pensato che il nostro personale impatto sull’ambiente non può essere poi così determinante da un punto di vista della sostenibilità?
Non sarà di certo la doccia in più che faccio durante l’estate, non sarà di certo la cannuccia di plastica del mio cocktail, o proprio il mio condizionatore che potranno cambiare le cose per il pianeta, abbiamo sicuramente pensato almeno una volta nella vita.
Proviamo però a fare un ragionamento molto semplice. Sul pianeta ci sono 8 miliardi di esseri umani, la maggior parte dei quali ha un impatto ambientale. Di certo l’impatto di un singolo individuo sarà nulla comparato a quello di un allevamento intensivo cinese. E invece l’impatto di 8 miliardi di singoli individui?
L’impatto ambientale del tuo riscaldamento domestico è consistente: come ridurlo?
Questa domanda, alquanto retorica, ha lo scopo di mettere in luce la necessità di agire fin dalle piccole cose sul nostro modo di sfruttare l’ambiente e viverci all’interno. Un’altissima percentuale dei gas serra immessi nell’atmosfera, per esempio, è dovuta ai nostri riscaldamenti domestici.
In particolare scaldare le case durante l’inverno comporta la produzione di monossido di carbonio, ossidi di azoto e polveri sottili, che prendono il nome di NMVOC. Queste ultime sono le più preoccupanti, poiché possono insinuarsi nei polmoni e provocare l’insorgenza di malattie e gravi problemi respiratori.
Nonché aumentare il livello di inquinamento! Ciò che è alquanto paradossale, inoltre, è che queste emissioni dipendono principalmente dall’impiego di biomasse, come legna e pellet delle stufe a pellet. Questi combustibili da una parte sono considerati sostenibili, poiché provengono da fonti rinnovabili. Ma dall’altra costituiscono oltre la metà delle polveri sottili che immettiamo nell’ambiente.
E allora qual è la soluzione? Innanzitutto bisogna imparare a prediligere fonti di riscaldamento, come le caldaie a condensazione o le pompe di calore. Anche a fronte di un investimento economico iniziale consistente, infatti, esse hanno un impatto sull’ambiente decisamente più contenuto rispetto ad altre forme di riscaldamento. Inoltre bisogna considerare il riscaldamento elettrico, alimentato da fonti sostenibili come l’eolico e il fotovoltaico.
Tutto vero, “ma se io ho ancora una caldaia perfettamente funzionante e pochi soldi da investire nell’efficientamento energetico della mia casa?“, ci si potrebbe domandare. In questo caso è importante fare la giusta manutenzione degli elettrodomestici e impostarli nel modo più appropriato.
Manutenere la caldaia, infatti, fa sì che essa funzioni in maniera più efficiente, bruciando meno combustibile. Inoltre impostare la temperatura interna massima secondo le linee guida fornite dall’OMS (cioè 21°) può farci risparmiare sia in termini economici che ambientali.