È fondamentale valutare attentamente la situazione debitoria del donante e considerare le possibili implicazioni legali.
Accettare una donazione, specialmente di un immobile, può sembrare una manna dal cielo. Tuttavia, dietro questa apparente fortuna si nascondono insidie legali e fiscali di cui pochi sono a conoscenza. Il rischio maggiore si presenta quando il donante ha dei debiti in sospeso. In queste situazioni, il beneficiario della donazione può trovarsi coinvolto in complessi procedimenti legali e finanziari.
È essenziale comprendere che una donazione da parte di un debitore non è un semplice atto di generosità, ma può avere conseguenze legali significative. Le leggi italiane prevedono specifiche misure per proteggere i creditori, il che significa che chi riceve un bene in donazione deve essere consapevole delle possibili implicazioni.
Cosa succede ai debiti del donante?
Quando una persona indebitata effettua una donazione, generalmente i debiti non vengono trasferiti al donatario. Il rapporto obbligatorio rimane tra il creditore e il donante, quindi il figlio o altro familiare che riceve la donazione non eredita i debiti. Questo principio è chiaro: il creditore può rivolgersi solo al donante per il recupero del debito.
Tuttavia, esistono due importanti eccezioni a questa regola generale:
- Ipoteca sull’immobile: Se l’immobile donato ha un’ipoteca iscritta da un creditore prima della donazione, il passaggio di proprietà non annulla questa garanzia. Il donatario riceve l’immobile con l’ipoteca, e il creditore ha il diritto di pignorarlo. È cruciale, quindi, verificare se esistono ipoteche sull’immobile prima di accettare la donazione.
- Azione revocatoria: La legge consente al creditore di richiedere la revoca della donazione se questa è stata effettuata per evitare il pignoramento del bene. Il creditore può agire in tribunale per dichiarare inefficace la donazione e procedere con il pignoramento. L’azione revocatoria è possibile solo se il donante non ha altri beni facilmente pignorabili e se non sono trascorsi più di cinque anni dalla donazione. Questa azione serve a tutelare il creditore e può coinvolgere sia il donante che il donatario in una causa civile.
Un’altra situazione critica si verifica quando il donante riceve una cartella esattoriale dopo aver effettuato la donazione. Il fisco può intervenire in due modi:
- Entro un anno dalla donazione: Se il pignoramento viene trascritto entro un anno dalla donazione, il fisco può pignorare direttamente il bene, senza necessità di passare per il tribunale.
- Tra uno e cinque anni dalla donazione: Il fisco può esercitare l’azione revocatoria, rendendo inefficace la donazione e procedendo al pignoramento del bene.
Accettare una donazione da una persona indebitata comporta quindi rischi da non sottovalutare. Le ipoteche esistenti e la possibilità di azioni revocatorie da parte dei creditori rappresentano i principali pericoli. Essere informati su questi aspetti può aiutare a prendere decisioni consapevoli e a evitare spiacevoli sorprese future.