La residenza fiscale, o domicilio fiscale, è ben diversa da quella anagrafica ma non tutti conoscono a fondo gli aspetti che le distinguono.
Anche se ogni giorno ci dobbiamo rapportare con Enti, associazioni, banche e Fisco, non sempre comprendiamo quando menzionare la residenza fiscale e/o quella anagrafica. La differenza tra le due è sottile ma sostanziale, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto tributario.
La residenza anagrafica è quel luogo dove il cittadino vive abitualmente. Per ottenere la residenza anagrafica bisogna ovviamente fare richiesta al Comune in oggetto, ma ricordiamo anche che secondo quanto previsto dall’art. 43 del Codice Civile un cittadino in Italia può avere una sola residenza. Già tra il concetto di residenza e domicilio la questione può sembrare più complessa, e se aggiungiamo anche il domicilio fiscale potremmo davvero cadere in confusione. Ma è importante conoscere le differenze tra le suddette situazioni poiché in caso di “non-conoscenza” il Fisco non concederà attenuanti.
Cos’è la residenza fiscale, o domicilio fiscale
Per capire bene l’argomento di cui stiamo parlando dobbiamo necessariamente fare riferimento al Codice Civile, che contempla il domicilio.
Nel Codice Civile si usa un solo termine, ovvero “domicilio” e non “domicilio fiscale”; ma c’è una sezione dedicata alle norme relative alla seconda opzione. In particolare è l’articolo 58 che regolamenta il domicilio fiscale per quanto riguarda l’accertamento delle imposte sui redditi.
- È il luogo di residenza per le persone fisiche;
- Il luogo in cui è stato prodotto un reddito per le persone fisiche senza residenza.
Se invece parliamo di persone giuridiche, ovvero cittadini che hanno una ditta, impresa, ma anche enti e organizzazioni, il domicilio fiscale viene denunciato nella sede legale dell’azienda. Per comprendere meglio, facciamo degli esempi:
- Un cittadino non risiede in Italia ma produce un reddito in questo Paese e deve quindi pagare le tasse; avrà il domicilio fiscale in Italia e la residenza anagrafica altrove;
- Un cittadino può cambiare la sua residenza fiscale a piacimento, purché sia in regola con la normativa prevista. In questo caso dovrà fare comunicazione tramite PEC o Raccomandata all’Agenzia delle Entrate.
Nel caso infine che il cittadino non compia alcuna azione, la residenza fiscale viene automaticamente aggiornata dopo 2 mesi dal cambio di residenza (per le persone fisiche) o della sede legale per le persone giuridiche.