Sono anni che Renzo Piano lavora a progetti volti a dare nuova vita alle periferie, con il suo team G124 ha già messo a punto delle soluzioni urbane innovative, che l’architetto definisce “perle”. Il percorso di “rammendo” di parti della città che non andrebbero più chiamate con il nome di periferie. Il perché ce lo ha detto lui stesso. Bisognerebbe “eliminare la parola periferia dal vocabolario, in quanto è sempre associata ai concetti di abbandono e tristezza e invece sono luoghi di straordinaria energia”.
Il grande progetto del nostro Paese sono le periferie: la città che sarà, la città che lasceremo ai nostri figli
“Amo i centri delle città, ci mancherebbe, però la vera sfida del futuro è nelle periferie. Le periferie sono fabbriche di desideri, di aspirazioni e poi nelle periferie abita l’80, il 90 per cento delle persone che vivono in città”.
“Questa parola è sempre accompagnata da un aggettivo denigratorio, sono: lontane, tristi, abbandonate. Ma non è mica vero: quando ci lavori scopri che sono piene di energia e non solo, anche di bellezza. C’è bellezza umana, ma anche la bellezza tout court. È l’idea di bellezza che si coniuga con l’idea di qualità”, osserva Piano, uno dei più grandi architetti di fama mondiale.
L’ultimo progetto sulle periferie presentato dall’archistar Renzo Piano è il masterplan Bovisa-Goccia, area di 32 ettari complessivi, che ospiterà il nuovo campus del Politecnico di Milano.
Il progetto di architettura ecosostenibile, che punta alla indipendenza energetica e all’azzeramento delle emissioni di Co2, prevede la costruzione di 3 edifici per aule, 5 edifici per startup, una sala ipogea per conferenze. E poi ancora 2 residenze universitarie da circa 500 posti alloggio oltre alla riqualificazione di un edificio industriale storico per la ristorazione a servizio degli ospiti del campus.
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“L’essenza di questo progetto – ha detto Piano – era già scritta in quel luogo. L’idea era già lì che non aspettava altro. Intanto il bosco con quegli alberi maestosi. Poi le tracce della fabbrica sul terreno, quegli antichi edifici a testimoniare la memoria dei luoghi e il loro dna”.
L’inizio dei lavori è previsto per la fine del 2023 e il completamento nel 2026. L’intervento prevede la realizzazione di venti nuovi edifici di 4 piani, di 16 metri di altezza, per un totale di circa 105mila metri quadrati, a cui si aggiungeranno le Scuole Civiche.
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