Molti condomini hanno problemi con la raccolta differenziata e sono dunque a rischio sanzioni: basta anche un minino errore per la multa.
Nel caso di errata raccolta differenziata, anche in condominio, non è così raro andare incontro a sanzioni. Le conseguenze, che variano a seconda del Comune, si esplicano sotto forma di multe che vanno da un minimo di 25 euro fino a un massimo di 500 euro. Le multe scattano allorquando i rifiuti non vengono separati correttamente, cioè secondo le categorie previste (anche qui, la separazione è decisa dal Comune).
L’altra fattispecie che comporta sanzioni è l’abbandono dei rifiuti. Anche se i cassonetti sono pieni, è vietato lasciare i rifiuti a terra o in luoghi non autorizzati. E poi c’è il caso più comune: quello del mancato rispetto dei giorni di raccolta. Per sbadataggine o incuria, in tanti faticano a rispettare i giorni e gli orari stabiliti per la raccolta differenziata. E anche in situazioni del genere può scattare la multa.
Nei casi di abitazioni singole è più facile riconoscere il colpevole della trasgressione. Con i condomini, invece, si procede sanzionando tutti gli abitanti di un palazzo, ovvero inoltrando la multa all’intero condominio. Ciò anche se è un solo condomino a trasgredire le norme.
La buona notizia è che, in alcuni casi, le sanzioni possono essere contestate. Ciò è possibile si dimostra che la responsabilità non è del condominio ma di terzi. E se si riesce a individuare l’unico responsabile, anche se interno al condominio, si può poi chiedere che l’amministrazione punisca uno solo e non tutti. Ma c’è di più.
Non bastano dunque le imposte sulla spazzatura… arrivano anche le multe salate. Come difendersi? Sulla rubrica La Legge in tv curata sul settimanale Nuovo TV da Maria Greco si fa meglio luce sulla possibilità di impugnare sanzioni del genere. E lo si può fare sempre, sia che a trasgredire siano in pochi o tutti.
Come ricorda la dottoressa Greco, infatti, la Corte di Cassazione, nel 2023, si è pronunciata su un caso riguardante le sanzioni applicate a un condominio e al suo amministratore per non aver rispettato gli obblighi di gestione dei cassonetti per la raccolta differenziata. Con l’ordinanza n. 29427 dell’ottobre 2023, la Corte ha però stabilito che le sanzioni non potevano essere applicate.
Secondo la Cassazione, da un punto di vista giuridico, le sanzioni applicate dal Comune di Roma erano illegittime, questo perché si basavano solo su un regolamento comunale. E i regolamenti comunali, in sede di diritto, non hanno la forza di legge necessaria per imporre tali sanzioni. Manca la legge nazionale. E allora niente sanzioni!
La Corte ha quindi richiamato il principio di legalità, affermando che solo una legge di rango primario può introdurre e disciplinare sanzioni amministrative. Di conseguenza, le sanzioni imposte sono state annullate. Ed ecco come le sanzioni per cattiva raccolta differenziata, in ogni Comune, possono essere impugnate.