Non tutti lo sanno ma un inquilino ha il diritto a chiedere la riduzione dell’affitto. Vediamo insieme cosa fare.
Ci sono situazioni in cui un affittuario ha tutto il diritto di chiedere che gli venga abbassato il canone di affitto e il proprietario non può rifiutare. In questo articolo vi spieghiamo tutto nei dettagli. In tempi di rialzi anche sui beni di prima necessità, di bollette alle stelle e di carovita diffuso è abbastanza facile non riuscire più a pagare regolarmente il canone dell’affitto.
Bisogna anche aggiungere che in alcune città- Milano e Roma su tutte – gli affitti sono aumentati molto negli ultimi mesi. Basti pensare che un monolocale nel capoluogo lombardo può arrivare a costare 800 euro al mese o anche di più. Che fare se non si riesce più a sostenere la rata? La prima cosa è cercare un accordo con il proprietario. È possibile chiedere una riduzione dell’affitto sia temporanea – legata a difficoltà economiche passeggere- sia permanente. Ci sono situazioni in cui, accordo o no, il proprietario sarà obbligato per legge ad abbassarvi l’affitto.
Come visto è un problema comune a molti quello di non riuscire più a pagare l’affitto. In alcuni casi si può ottenere l’abbassamento del canone. Vediamo cosa è necessario fare. Il prezzo del canone viene stabilito prima di firmare il contratto. Il futuro inquilino vede la casa e poi decide se accettare o rifiutare la cifra proposta dal proprietario. In alcuni casi si può cercare di far scendere un po’ il prezzo ma, comunque, sempre prima che il contratto venga firmato e poi registrato all’Agenzia delle Entrate.
Ci sono situazioni in cui, però, ci si può fare abbassare il canone mensile anche dopo la stipula del contratto. È il caso, ad esempio, in cui vengano a galla danni dell’abitazione che il proprietario aveva tenuti nascosti durante la visita e che non era possibile individuare ad occhio nudo. Deve trattarsi di danni che rendono più difficile la vita di chi abita in quell’immobile. In questo caso, se il proprietario non accetta di abbassare l’affitto, l’inquilino potrà procedere per vie legali. In ogni caso dovrà attendere la delibera del giudice: fino a quel momento dovrà continuare a pagare la cifra che era stata stabilita in sede di firma del contratto.
Se, infatti, smettesse di pagare l’affitto per ripicca – o anche per effettiva impossibilità- passerebbe immediatamente dalla parte del torto e potrebbe venire sfrattato. Si ricorda che un contratto di affitto ha valore se e solo se è stato regolarmente registrato presso l’agenzia delle entrate. Diversamente, di fronte alla legge, non avrà alcun valore. Qualora il proprietario vi accordare un canone più basso dovrete firmare un nuovo contratto: assicuratevi che anch’esso venga registrato altrimenti sarà nullo.