Pulizie domestiche, cosa succede se la colf si fa male: onere della prova e pagamento

Non a tutti piace fare le pulizie domestiche ed è per questo che alcune persone assumono una colf. Occhio però a metterla in regola.

Oltre 2 milioni le di famiglie italiane che si affidano a una colf (o “signora delle pulizie”) per occuparsi delle faccende domestiche, sia se si tratta di pulizie generali sia semplicemente per lo stiro.

Purtroppo, nonostante esista da tempo un contratto per i lavoratori domestici, il 55% dei collaboratori lavorano in nero. Ciò ovviamente non solo è ingiusto, perché alla colf spettano oltre a una paga adeguata anche i contributi per la pensione e l’assicurazione INAIL, ma è anche illegale. Inoltre, in caso di infortunio il datore di lavoro si troverà di fronte a gravi responsabilità.

Se la colf “in nero” si fa male durante il lavoro ecco cosa spetta al datore di lavoro

Recentemente è balzato alla cronaca la vicenda della donna delle pulizie caduta da una scala mentre rimuoveva delle tende. La sentenza della Cassazione numero 25217/2023 offre l’occasione per spiegare come si ripartisce l’onere della prova. Cioè a chi spetta dimostrare che si sono attuate le dovute misure di sicurezza e che l’ambiente lavorativo non rappresentava un luogo pericoloso.

Infortunio colf e responsabilità del datore di lavoro
Infortunio colf: qual è la responsabilità del datore di lavoro? (Designmag.it)

Bisogna ricordare che la colf dopo la caduta non ha denunciato l’accaduto perché il lavoro era in nero. Per questo tutta la responsabilità ricade sul datore di lavoro. In realtà, non tutti sanno che anche nel caso in cui fosse presente un regolare contratto di assunzione il datore di lavoro è ritenuto comunque responsabile. Questo perché è sua responsabilità adottare tutte le misure di sicurezza che garantiscano al proprio collaboratore un ambiente sicuro.

Insomma, il datore di lavoro è responsabile per qualsiasi infortunio accada al suo collaboratore domestico durante lo svolgimento del lavoro, a prescindere dalla presenza di un regolare contratto e le conseguenze saranno gravi anche per il datore di lavoro. Inoltre, riguardo all’onere di prova, il datore dovrà dimostrare di aver vietato alla colf di svolgere l’attività in sua assenza e di aver fornito una scala in regola con le norme di sicurezza. In questo caso, la responsabilità del datore è contrattuale e nasce per fatti omissivi.

Invece, se non avesse avvertito la colf di non svolgere l’attività in sua assenza o se la scala fosse stata difettosa oppure non a norma, l’INAIL può rifarsi sul datore di lavoro chiedendo di versare un risarcimento alla colf che si è infortunata durante lo svolgimento delle proprie mansioni. A decidere in tal senso sono gli articoli 2087 e 1374 del Codice civile.

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