Obiettivo del Governo Meloni è aumentare le pensioni minime. Già dal prossimo anno potrebbero arrivare a 670 euro.
Tra i tanti temi da affrontare sulla questione della previdenza sociale, c’è certamente anche quello di aumentare le pensioni minime. Vediamo cosa accadrà nel 2024. Le risorse che il Governo può stanziare per le pensioni non sono molte: solo 1,5 miliardi di euro.
Una riforma strutturale non è ancora possibile. Come non è ancora possibile portare tutte le pensioni alla soglia minima di 1000 euro come Forza Italia chiede da tempo. Tuttavia questo resta un obiettivo di legislatura da realizzare entro il 2027. Per il 2024, comunque, qualche passo avanti potrebbe essere fatto e le pensioni minime potrebbero arrivare già a 670 euro.
Pensioni minime: ecco cosa succederà nel 2024
Le risorse finanziarie per fare tutto non ci sono. Soprattutto perché viviamo in un periodo storico caratterizzato da denatalità. Ma il Governo Meloni intende procedere lungo la strada di un graduale aumento delle pensioni minime che potrebbero arrivare a 670 euro già dal prossimo anno.
Già con la legge di Bilancio 2023, il Governo aveva approvato la rivalutazione degli assegni pensionistici pari o inferiori a 563,74 euro, cioè il trattamento minimo previsto dall’Inps per l’anno in corso. Quest’anno, infatti, le pensioni minime sono state rivalutate nel seguente modo:
- rivalutazione dell’1,5% per le persone con meno di 75 anni;
- rivalutazione del 6,4 % per le persone dai 75 anni in su.
Questo ha comportato significativi aumenti soprattutto per i pensionati più anziani. Infatti chi, fino a giugno, prendeva 563,74 euro al mese, a partire da luglio e fino a dicembre riceverà 572 se ha meno di 75 e 600 se ha 75 anni o di più. Ma l’Esecutivo, considerando la situazione di inflazione che continua a salire e rialzi in ogni settore, ha intenzione di apportare ulteriori incrementi agli assegni degli over 75. Così nel 2024 è molto probabile che chi ha 75 anni o più passi da 600 euro al mese a 670.
Per chi ha meno di 75 anni, invece, l’ipotesi più probabile è che venga applicata una rivalutazione degli assegni del 2,7%. Si è fatta avanti l’ipotesi- anche se non è ancora stato confermato nulla – di applicare tale rivalutazione anche alle pensioni di invalidità civile che, per il 2023, corrispondono a 313,90 euro al mese.
E che dire delle misure di pensione anticipata? Purtroppo tutto non si può fare e bisogna scegliere a cosa dare la priorità. Sul fronte dei prepensionamenti la strada è ancora lunga e tutta in salita. È da escludere l’estensione a tutte le categorie di lavoratori di Quota 41: almeno per il 2024 un passo così azzardato non si può fare. Molto più probabile un’ulteriore proroga di Quota 103 e di Ape sociale che potrebbe essere estesa ad una platea di beneficiari più ampia. Nodo cruciale resta Opzione donna che, dopo quasi vent’anni, potrebbe non venir più riconfermata.