Per un oggetto di Design è più importante la forma, il colore o la funzione? Questo sembra essere il primo dubbio da risolvere per chi deve valutare, giudicare, scegliere. Normalmente chi non trova le parole giuste commenta il valore di un prodotto definendolo come “particolare”: cioè diverso, che si differenzia, che si contraddistingue. Ma da che cosa, in che cosa, perché? Il “particolare” può venire individuato infatti in tante parti del progetto e del suo percorso di definizione.
Per essere veramente tale, un progetto di Design deve contenere sempre elementi e componenti nuovi. Meglio però se non urlati, ma affrontati come un processo quasi normale, conseguente, altrimenti ci troviamo di fronte ad una mera provocazione o ad un inutile esercizio di stile.
La forma di un oggetto nasce dall’unione di una funzione con la sensibilità del progettista o dalla sua visione creativa che, a seconda del carattere della persona, è più o meno lungimirante. Oggi sembra che questa sensibilità costituisca una forte spinta alla creatività ma non è detto che il risultato di ciò sia sempre così positivo.
In generale un prodotto può venire migliorato dalla qualità dei suoi componenti o dell’estetica. Il livello qualitativo della produzione, a scala mondiale, è sicuramente migliorato. Ma forse tutta questa ampia, varia, buona offerta e varietà non ha raggiunta un corrispondente livello di propositività.
Spesso il desiderio sta nello stupire e nel cercare di essere considerati diversi. Sembra che questo sia, tra i molti, l’aspetto più ricercato tra i creativi di tutto il mondo. Non voglio dire che questo sia sbagliato però, ritengo invece, sia è proprio la “normalità” della ricerca, l’aspetto che rende il lavoro del designer un successo.
Parlando con i creativi si sente spesso dire (si intuisce che vogliono dire): devo fare una cosa diversa, questo farà vendere, mi farà’ diventare famoso. Spesso questa è una sufficiente ed efficace molla per iniziare un nuovo progetto, ma come essere sicuri del risultato? Che cosa ci può garantire che questo sia giusto? In quale senso il “particolare” può diventare premiante?
Molti designer raggiungono il successo grazie alle proposte di nuove “cose” strane poi vendutissime e rendono celebre il loro creatore: strani spremiagrumi, poltrone che ricordano volti o lampade con braccia pieghevoli che sono diventate presto presenze comuni al di fuori del loro naturale contesto; ci siamo quindi ritrovati gli spremi agrumi nelle librerie, le poltrone al di fuori dei soggiorni e le lampade da ufficio con le braccia pieghevoli o estensibili sui tavoli a lato del letto. Questa strana commistione tra funzione e immaginazione pare, a dire il vero, essere uno dei motivi del successo del design Made in Italy.
I nomi più noti del nostro Design hanno sempre giocato all’italiana attraverso una raffinata confusione, un colto caos od un’ironica citazione che a noi Italiani riesce naturale, tutti i giorni, e che invece nel Design Nord Europeo o proveniente dall’Estremo Oriente non raggiunge risultati sempre positivi: quando lo propongono loro, questo, sembra quasi diventare un gioco infantile oppure qualche cosa che proviene dal mondo delle guerre stellari.
Potremmo quindi dire che un certo “particolare” lo troviamo un poco in tutto il Design Italiano e diventa la caratteristica della nostra diversità che dobbiamo sempre perseguire.