Sono usatissime in cucina e per diversi tipi di pulizie, ma le spugne hanno una loro “scadenza”: ecco i consigli per prolungarne la durate e capire quando è ora di buttarle via.
Le pulizie casalinghe hanno ormai da molto tempo un alleato formidabile. La classica spugna per piatti, tipicamente di colore giallo con un lato abrasivo, è in realtà utilizzata anche al di là del suo impiego originario. Aiuta a scrostare padelle e pentole, ma è ottima anche per pulire svariate superfici e per la rimozione delle macchie più ostinate.
Sicuramente in casa non mancherà mai e verrà sfruttata al massimo tra cucina, bagno, soggiorno e perfino camera da letto. Ma proprio a causa del suo grande potere di raccogliere le più piccole impurità e i residui con cui viene a contatto, si trasforma in un vero e proprio covo di germi. Gli studi lanciano dati preoccupanti, affermando che una singola spugna può presentare al suo interno oltre 300 tipologie diverse di batteri.
Basterà questo dunque, a far comprendere quanto è importante capire quale sia il momento giusto di eliminarla per passare ad una nuova, evitando così di prolungarne l’uso con conseguenze disastrose per l’igiene in casa. Gli esperti rivelano i segnali evidenti da non trascurare e la tempistica giusta.
Quando è il momento di sostituire la spugna: caratteristiche e consigli
Le spugne da cucina sono sempre a portata di mano e questo spesso, spinge ad utilizzarle anche più del dovuto. Fortunatamente, la loro composizione consente di individuare delle caratteristiche ben precise quando il loro lavoro è ormai terminato. Ci si renderà conto che è arrivata l’ora di buttarle quando si percepisce un cattivo odore che proviene da esse. Neppure l’acqua aiuterà ad eliminarlo e sarà un chiaro segnale della possibile formazione di muffa.
Una spugna da eliminare inoltre, si riconoscerà dalla texture rovinata. Il materiale si potrebbe sbriciolare o diventa troppo unto e appiccicoso. Potrebbe inoltre perdere la sua elasticità fino a spezzarsi, mentre la parte abrasiva apparirà assottigliata. Un limite massimo consigliato esiste, ma naturalmente andrà rapportato a quanto effettivamente la spugna è stata sfruttata. Sarebbe preferibile sostituirla una volta alla settimana. Per quanto possa apparire piuttosto breve, questo tempo è sufficiente per il proliferare di germi e batteri.
Esistono però, delle piccole accortezze in grado di prolungarne la durata. Si può considerare di stabilire diversi usi per ogni spugna. Una per le superfici sporche della cucina, una per i piatti, una per il tavolo e così via. In questo modo il loro uso sarà limitato ed ognuna di esse si manterrà per più tempo. Inoltre non si può trascurare la corretta pulizia. Dopo ogni uso, la spugna dovrebbe essere ben lavata e risciacquata, poi strizzata il più possibile e riposta in un luogo asciutto, lontana da possibili schizzi del lavello. L’idea in più è sfruttare il calore del microonde per eliminare ogni traccia di batteri. Qualche minuto sarà sufficiente per rimetterla a nuovo.