Sono molti i cambiamenti obbligatori in cui dovremmo andare incontro secondo le nuove normative UE. Ecco quali sono.
Durante il meeting del 27 aprile 2023, i rappresentanti degli Stati membri dell’Unione Europea si sono riuniti in un forum di consultazione per discutere della progettazione ecocompatibile e sull’architettura energetica. In particolare, un altro dei temi toccati è stata la ristrutturazione delle caldaie. È stato affrontato il tema del divieto delle caldaie alimentate a combustibili fossili, in particolare il metano. Per cui, anche gli elettrodomestici dovranno avere l’obbligo di rispettare un indice di efficienza energetica adeguato.
Questa mossa, ovviamente, costituirà un impatto significativo sulla sostituzione degli impianti di riscaldamento e sui costi per le famiglie, che dovranno passare alle pompe di calore, attualmente molto più costose. La cifra totale dei costi di ristrutturazione, tra immobile ed elettrodomestici, si aggira intorno ai 60 mila euro. Inoltre, le imprese del settore rischiano di chiudere i battenti. La Commissione Europea prevede di introdurre la novità attraverso un regolamento, il che significa che le norme sarebbero applicabili direttamente in tutti i Paesi membri dell’Unione.
Non solo caldaie ma anche case: ecco cosa rientra nelle nuova direttive UE
Con un regolamento, difatti, l’Unione Europea, a differenza del passato, si assicura che tutti gli Stati membri mettano in pratica in maniera uniforme ed equilibrata, le nuove normative sull’efficienza energetica. Dal 2029 sarà vietata la commercializzazione e la vendita di caldaie a gas, però, non ci sarà l’obbligo di sostituire le caldaie già installate. Ciò comporterà un impatto pesante dal punto di vista sociale ed economico per le famiglie che dovranno progressivamente installare solo impianti di riscaldamento a pompa elettrica tra il 2030 e il 2050.
Per quanto riguarda gli immobili, le case dovranno essere adeguate alla normativa europea sull’efficienza energetica entro il 2030 garantendo, in questo modo, emissioni zero entro il 2040. Il governo guarda alle imprese che, in vista del periodo che prospetta, attraverseranno una fase di crisi. Su questo tema, la Commissione europea ha proposto un regolamento salva-imprese che pone l’accento sulla necessità di effettuare pagamenti entro un periodo di 30 giorni.
Questa iniziativa è rivolta alle piccole e medie imprese, spesso messe in difficoltà da pagamenti tardivi o scadenze prolungate. L’obiettivo principale è quello di fissare un limite di tempo di un mese per i pagamenti, con l’introduzione di un sistema automatico di calcolo degli interessi in caso di ritardi. È cosa nota che uno su quattro dei fallimenti aziendali è causato proprio da pagamenti non effettuati o ritardati, e la metà delle fatture viene pagata oltre i termini stabiliti.