La Direttiva UE obbliga milioni di persone alla ristrutturazione della casa e alla sostituzione di vecchi elettrodomestici.
Novità importanti per i cittadini obbligati dall’Unione Europea a spendere migliaia di euro per aumentare la classe energetica della propria abitazione. La strada prosegue verso l’approvazione definitiva della nuova Direttiva Case Green dell’UE. Al momento la speranza che l’obbligo venga quantomeno modificato è ancora viva anche se la fiammella diventa sempre più fioca. I cittadini si vedono costretti ad essere protagonisti dell’obiettivo dell’Europa di rendere il mondo più pulito e green.
Un intento lodevole, certo, ma perché partire proprio da chi a mala pena sopravvive in un contesto di rincari, crisi economica e inflazione alle stelle? Chiedere agli italiani di spendere 50/60 mila euro – che non hanno – per riqualificare la propria abitazione e abbracciare il progetto di sfruttamento di energie rinnovabili e riduzione delle emissioni inquinanti sembra una presa in giro. Soprattutto considerando il fatto che proprio la BCE sta continuando ad alzare i tassi di interesse costringendo tante famiglie a vendere all’asta la propria casa per impossibilità a pagare il mutuo variabile.
Quanto costerà ai cittadini questa ristrutturazione e questo adeguamento energetico?
Un controsenso al quale l’Europa dovrà dare una spiegazione. Pretese e obblighi a chi è già pressato quotidianamente assomigliano ad un sistema dittatoriale in cui poco o nulla si tiene conto delle esigenze e possibilità dei cittadini.
Classe energetica E entro il 2030 e classe D entro il 2033. Queste le “richieste” UE. Gli Stati membri stanno reagendo alla Direttiva Case green facendo domanda di piani di ristrutturazione con percorsi definiti per tagliare i traguardi imposti secondo i tempi attualmente stabiliti.
L’Italia ha l’obbligo di recepire la Direttiva entro due anni dalla pubblicazione e di revisionare con le stesse tempistiche la scala di classi energetiche utilizzata fino ad oggi. Sembrerebbe necessario dover definire classi intermedie tra A e B. Classi che saranno raggiungibili da pochi edifici visto che oltre il 70% delle case in Italia è ferma alla classe G.
Significa in sette anni ristrutturare e arrivare almeno alla classe E per gli edifici residenziali e alla classe E entro il 2027 per tutti gli altri edifici (D entro il 2030). In più tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero dal 2028 mentre nel 2040 si dovrà garantire un parco immobiliare a zero emissione entro i dieci anni successivi.
Stop anche all’acquisto di caldaie a gas e via alla loro sparizione entro il 2029 così come per gli elettrodomestici di classi inferiori. Come detto, il risultato è una spesa tra 50 e 60 mila euro a famiglia.