Tasse sulla casa: la bozza del disegno di Legge di Bilancio 2024, il cui testo è atteso in Parlamento per l’avvio della fase di discussione, porta tanti aumenti.
Le tasse sulla casa rappresentano una parte fondamentale del sistema fiscale di qualsiasi nazione, giocando un ruolo cruciale nel finanziare servizi pubblici e infrastrutture. In Italia, sappiamo bene quanto queste imposte siano state spesso oggetto anche di polemica politica. E immaginiamo che di polemiche, nei prossimi mesi, ve ne saranno parecchie, perché nel 2024 le tasse sulle casa aumenteranno. Ecco quali e di quanto.
Le tasse sulla casa variano significativamente da Paese a Paese, e talvolta anche all’interno delle diverse regioni di una stessa nazione. Questa diversità può essere attribuita a una combinazione di fattori, tra cui la struttura economica, la politica fiscale e le esigenze specifiche delle comunità locali. Le tasse sulla casa hanno diversi obiettivi, tra cui la generazione di entrate per il governo locale e nazionale, la regolazione del mercato immobiliare e la promozione dell’equità fiscale. Tuttavia, spesso sorgono controversie quando si tratta di determinare la giusta misura di tassazione e come queste imposte influenzano i proprietari di case di diverse fasce di reddito.
Le tasse sulla casa possono avere un impatto significativo sul bilancio familiare. Mentre alcuni vedono le imposte come un investimento per i servizi pubblici e l’infrastruttura, altri ritengono che i livelli di tassazione siano eccessivi, in particolare in relazione alle condizioni economiche individuali. E per il 2024 non ci sono affatto buone notizie per gli italiano.
Tasse sulla casa: quelle che aumenteranno nel 2024
La bozza del disegno di Legge di Bilancio 2024, il cui testo è atteso in Parlamento per l’avvio della fase di discussione, non lascia ben sperare gli italiani. Questo perché vi sono diverse voci, riguardanti le imposte sulla casa, che dovrebbero far segnare dei rincari e degli aumenti. Di certo non una buona notizia, visto il periodo economico che vive il Paese.
Dalla cedolare secca al 26 per cento fino alla tassazione delle plusvalenze di immobili venduti a seguito di ristrutturazioni mediante l’accesso al superbonus. Tanti gli aumenti che si potrebbero registrare. Dall’1 gennaio, dunque, potremmo avere un aumento generalizzato della tassazione delle locazioni di durata fino a 30 giorni, che salirebbe quindi di cinque punti rispetto a quanto previsto ad oggi: è la cosiddetta cedolare secca, che salirebbe così dal 21 al 26%.
Novità (non buone) anche per ciò che concerne il superbonus, con le plusvalenze realizzate dalla “cessione a titolo oneroso di beni immobili” entro 10 anni dalla conclusione dei lavori, per cui potrebbe essere prevista l’applicazione dell’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito. L’imposta sarà pari al 26 per cento, e si applicherà in caso di vendita nei 10 anni successivi alla fine dei lavori. Infine, si va verso il rialzo della ritenuta operata da banche e Poste Italiane sui bonifici relativi a spese per le quali il contribuente accederà ai bonus casa: dovrebbe salire dall’8 all’11%.