In caso di abusi edilizi è possibile ricorrere alla sanatoria edilizia, ma per farlo bisogna dimostrare la data dell’abuso.
Non è raro in Italia trovarsi di fronte a casi di abuso edilizio. Questi si presentano principalmente quando le condizioni effettive di un immobile non rispecchiano quelle espresse nel suo progetto. Ad esempio quando quella che dovrebbe essere una cantina è parte dello spazio abitativo a tutti gli effetti oppure quando sono presenti finestre che dalle planimetrie non risultano.
In presenza di abusi edilizi è però possibile usufruire di sanatorie che permettono di regolarizzare lo stato del proprio immobile a fronte del pagamento di una sanzione. In particolare il decreto Salva Casa dello scorso luglio ha dato accesso a una sanatoria in caso di costruzione senza permesso, difformità o variazioni essenziali e assenza o difformità della SCIA.
Anche per ricorrere alla sanatoria, però, è necessario far fronte a degli obblighi. In particolare stando a quanto stabilito dalla giurisprudenza, colui che fa richiesta di condono è tenuto a presentare la documentazione appropriata a comprovare la data dell’abuso edilizio che si intende sanare.
Se vuoi sanare un abuso edilizio devi provare quando è stato commesso: lo stabilisce la giurisprudenza
Nel Testo Unico (T.U.) edilizia, infatti, non è specificato a chi spetti questo onere e per tale ragione si fa riferimento alla sentenza 2906/2024 del Tar di Catania, relativa al seguente caso. Dopo aver ricevuto diniego di sanatoria per non aver provato la data di un abuso, il ricorrente aveva affermato di non aver avuto tempo di rispondere al quesito, in quanto a sua volta non aveva ricevuto risposta da parte del Genio Civile.
A quel punto, dunque, il ricorrente si sarebbe aspettato che fosse la Pubblica Amministrazione stessa a effettuare le dovute verifiche in merito alla data dell’abuso, eppure non è stato così. E anzi in base alle verifiche effettuate dal TAR è risultato che la costruzione dell’edificio in analisi non era stata illecita, ma alcune modifiche effettuate in seguito erano abusive.
Proprio per questa ragione il tribunale ha stabilito che l’obbligo di provare la data dell’abuso spetta a chi fa richiesta di condono. Tranne nel caso in cui sia impossibile fornire una prova documentale della data. In questo caso è onere del tecnico abilitato risalire alla data dell’abuso edilizio e fornirne la prova in tribunale.