Ecco quali sono gli strumenti a disposizione per procedere col tempo alla rinegoziazione della rata a restituzione del debito per l’acquisto della casa
Occorre partire da un dato fondamentale: l’inflazione. L’indice dei beni al consumo ha rappresentato, in un anno e mezzo, per l’Italia il suo più sofferente tallone d’Achille. Già non potrebbe essere altrimenti, dato che il Paese detiene un rapporto con questo fattore, che si ripropone in negativo con una certa costanza nel quadro economico, piuttosto lungo e complicato: le ragioni di fondo sono rappresentate principalmente dalla mancanza di solidità dell’economia nazionale.
L’eccessiva altalena economica fa sì che non vi sia una buona stabilità dell’inflazione e a maggior ragione lo scossone è inevitabile di fronte alle calamitanti congiunture storiche, sul fronte europeo e internazionale. Pertanto, dopo che l’inflazione ha rappresentato il metro di misura della crescita sul PIL post Covid, a partire dalle cronache ucraine che hanno innescato la crisi energetica e il conseguente rincaro delle bollette, l’indice ha iniziato ad erodere i redditi familiari più svantaggiati.
Mutuo, c’è la possibilità di intavolare una trattativa con la banca
L’aumento generalizzato del costo della vita si è manifestato dapprima con l’incremento dei prezzi sui beni di consumo, quale effetto domino dei costi energetici oltre il limite di tolleranza scaricati nei costi della produzione. L’ascesa ha ampiamente superato l’anno di durata chiudendo con il superamento delle due cifre percentuali; l’apice, infatti, ha toccato l’11%.
Pertanto, osservare che l’indice inflazionistico stia chiudendo il mese di ottobre, secondo le stime europee, tra il 4,5-4,75% è davvero una sorpresa. Unica indicazione: l’indice non include la media con gli indici energetici. Le conseguenze, però, si trascinano anche in un altro strategico settore dei consumi: il settore immobiliare. Infatti, più volte la Banca Centrale Europea ha dovuto operare col segno più, facendo maturare i tassi di interesse, come unica terapia per contrastare la crescita dell’inflazione.
Mutuo, quali strumenti possono abbassare la rata
Le ripercussioni sui mutui per la casa sono state evidenti, a prescindere dal tasso scelto (variabile o fisso): le rate hanno sfiorato aumenti fino a 450 euro al mese. Ma per tutti i titolari possono arrivare le condizioni che possono portare ad un abbassamento del mutuo. Il tasso variabile non aiuta in questo momento, con l’Euribor che ha toccato il 4%. Restando al mutuo fisso, si può proporre all’istituto di credito l’abbassamento dello spread (il guadagno della banca sul finanziamento), o in alternativa, l’allungamento dei tempi di restituzione.
Comunque lo switch, ossia il passaggio da variabile a fisso, o viceversa, è un’opzione valida, specie se possono essere introdotte nuove garanzie personali. La rinegoziazione è un’operazione che non comporta ulteriori spese, ma è nella discrezionalità della banca; se non viene concessa, sono percorribile altre strade, come la surroga, la sostituzione, l’estinzione anticipata. La banca non può rifiutare la rinegoziazione del mutuo se esso è inferiore a 200mila euro e l’ISEE del titolare non superare 35mila euro; la richiesta dev’essere inoltrata entro il 31 dicembre 2023, secondo le indicazioni dell’attuale Legge di Bilancio.