I mutuatari ora possono contare su un quadro normativo più favorevole, che tutela i loro diritti in caso di estinzione anticipata del mutuo.
Negli ultimi anni, le questioni relative ai mutui e ai diritti dei consumatori sono diventate sempre più rilevanti. In particolare, il rapporto tra i clienti e gli istituti di credito è stato spesso oggetto di contenziosi legali, soprattutto per quanto riguarda i costi e le commissioni bancarie. Recentemente, una decisione della Corte di Cassazione ha segnato una svolta significativa in questo ambito, apportando importanti novità a beneficio dei mutuatari.
Questa sentenza rappresenta un cambiamento fondamentale per chi ha sottoscritto un mutuo e si trova a voler estinguere anticipatamente il debito. Questo processo, infatti, solitamente comporta il pagamento di costi aggiuntivi che possono gravare sul consumatore. La Corte di Cassazione ha stabilito nuovi criteri per il rimborso di tali costi, introducendo un principio di equità a favore dei clienti delle banche.
Rimborsi per l’estinzione anticipata del mutuo: cosa cambia
La sentenza n. 14836/2024 della Prima sezione civile della Corte di Cassazione, emessa il 7 maggio 2024, ha stabilito che i clienti delle banche hanno diritto a ottenere la restituzione di una parte dei costi sostenuti in caso di estinzione anticipata del mutuo. Questo diritto si applica sia che l’estinzione sia parziale (cioè riguarda una parte del capitale residuo), sia che sia totale (ovvero l’intero importo del debito).
Il caso specifico che ha portato a questa decisione, analizzato dalla redazione del portale di esperti Brocardi.it, ha visto un cliente di una banca citare l’istituto di credito in giudizio per recuperare 1.778,94 euro. Questi soldi erano stati pagati a titolo di commissioni bancarie e costi di intermediazione non maturati a seguito dell’estinzione anticipata del mutuo. Il Giudice di pace di Napoli ha accolto la richiesta del cliente, e la decisione è stata poi confermata dalla Suprema Corte di Cassazione.
La Corte ha chiarito che i clienti hanno diritto non solo a estinguere il mutuo in anticipo, ma anche a beneficiare del rimborso parziale delle spese sostenute per ottenere questa estinzione. Questi costi comprendono le spese per l’apertura e l’istruttoria della pratica, le polizze assicurative, gli interessi, le spese di perizia sull’immobile, le imposte, le spese notarili e i costi di gestione. Secondo la Cassazione, queste spese devono essere rimborsate in maniera proporzionale alla parte del mutuo oggetto di estinzione anticipata.
Inoltre, la sentenza ha ribadito che tutte le clausole contrattuali che escludono il rimborso dei costi sostenuti in caso di estinzione anticipata del mutuo sono nulle. Tali clausole sono considerate vessatorie perché creano un grave squilibrio nei rapporti tra il consumatore e l’istituto di credito. La decisione della Corte si basa sulle direttive europee 87/102/Cee e 90/88/Cee, che introducono il concetto del costo totale del credito, includendo tutti i costi che il consumatore deve sostenere per il finanziamento.