Per affrontare il sempre più ampio e diffuso problema dell’emergenza abitativa, da Torino arriva un’iniziativa ad hoc che potrebbe presto estendersi all’interno territorio nazionale.
L’emergenza abitativa è diventata negli ultimi anni, e soprattutto nelle grandi città, un problema sociale davvero molto serie. Case sfitte -magari perché c’è bisogno di lavori di adeguamento strutturale che i proprietari non possono affrontare- o utilizzate per affitti brevi non mancano, anzi, ed è proprio questo il punto i proprietari pensano alla massima resa possibile che può derivare dagli immobili e a farne le spese sono soprattutto famiglie a basso reddito, anziani e studenti fuori sede costretti spesso a pagare affitti esorbitanti per case che non potrebbero essere definite tali ma sono le uniche che si trovano sul mercato.
Per affrontare questa questione sociale, a Torino è nata un’iniziativa ad hoc di formazione popolare che in realtà potrebbe fare da apripista ad un progetto politico di portata nazionale e che fa tremare i proprietari degli immobili sfitti.
Si chiama Vuoto a rendere la campagna appoggiata da centinai di cittadini e associazioni torinesi che mira a ridare alla comunità locale gli immobili inutilizzati.
Case sfitte e inutilizzate, la proposta di Torino a carico dei proprietari
L’iniziativa è volta a risolvere un problema dannosa e sempre più pressante degli ultimi anni e il fronte di azione prevede diversi piani attuativi, tra cui alcuni previsti proprio a carico dei proprietari delle case sfitte.
Si parte da un censimento di tutte le case sfitte presenti sul territorio torinese a cui segue poi un colloquio con i proprietari delle stesse a cui viene chiesto il motivo del mancato affitto dell’immobile. Una precisazione da fare è che l’iniziativa è rivolta ai cosiddetti grandi proprietari cioè coloro che hanno più di 5 appartamenti e qualora questi non abbiano intenzione di collaborare potrebbero essere puniti con una sanzione pecuniaria.
Di fatto il progetto è appoggiato dal Comune di Torino, quindi c’è tutta l’autorità necessaria per lavorare in questo modo. Nei casi più gravi si potrebbe arrivare anche alla requisizione dell’immobile, che sarebbe poi utilizzato per fronteggiare casi di particolare emergenza abitativa.
Tra le altre misure volte a scoraggiare l’ingiustificato abbandono ci sarebbe anche la richiesta di una maggiorazione nel pagamento di IMU e TARI per i proprietari dei suddetti immobili. L’iniziativa ha acceso non poche polemiche e aperto un dibattito in Commissione e al Consiglio Comunale, ma c’è l’intenzione da parte del comune stesso di chiedere al Governo un piano casa ad hoc che sia sul modello della proposta popolare.