La muffa sui muri è uno dei problemi più complessi da affrontare in casa, ma affidarsi ai rimedi sbagliati può essere un grosso errore: andrebbero evitati.
Anche una casa relativamente moderna potrebbe incorrere ad uno dei problemi più fastidiosi, la presenza della muffa sui muri. Notare e riconoscere i segnali è piuttosto facile e sarà utile per fermare in tempo le conseguenze più pericolose, sia per i materiali che per la stessa salute di chi vi entra a contatto.
La causa principale è senza dubbio l’umidità, che unita ad una ventilazione non adeguata dell’ambiente in questione, va a creare l’habitat ideale per le spore provenienti dai funghi. Queste, in particolar modo nel periodo estivo ed autunnale, viaggiano sotto forma di minuscole particelle che vanno a depositarsi sulle superfici. Non è soltanto la parte più esterna però, a subire dei danni. La muffa infatti, ha la capacità di penetrare in profondità provocando problemi alle strutture.
Ci si accorgerà che si è già formata dall’esistenza di aloni verdastri o scuri, che si diffondono con un antiestetico effetto a macchie sulla parete. Come accade per tutti i più comuni inconvenienti, ci si affida spesso ai rimedi casalinghi, nella speranza di poter risolvere senza troppa fatica e con poche spese. Alcuni di questi tuttavia, potrebbero rappresentare un vero pericolo o essere inefficaci.
L’uso quotidiano del web ha contribuito al diffondersi dei cosiddetti rimedi della nonna. Una serie di consigli, trucchi e miscele che entrano nella conoscenza collettiva tramite il passaparola poiché proclamati come soluzioni utili a risolvere un disagio in casa. Il più delle volte questi vengono realizzati sfruttando degli ingredienti naturali, che comunemente si trovano già in dispensa.
Eppure, nel caso della muffa sui muri, la prudenza non è mai troppa. Si può pensare ad esempio al rimedio del succo di limone. Sebbene questo venga ritenuto un ottimo alleato grazie al suo potere di disinfettare e sbiancare le superfici con cui entra in contatto, potrebbe addirittura sortire un effetto contrario nella lotta alle muffe. Questo infatti, potrebbe andare a nutrire le stesse, consentendone una rapida formazione dopo poco tempo.
Sarebbe bocciata anche la soluzione di aceto diluito nell’acqua. Anche in questo caso, trattandosi di un prodotto naturale proveniente dal vino e dunque dall’uva, l’aceto potrebbe trasformarsi in un alimento per la muffa, che se ne nutrirebbe trovando ancor più forza per diffondersi. Inoltre, la corrosione che ne deriverebbe potrebbe provocare danni irreparabili ai rivestimenti e alla pittura.
E per quanto riguarda il famoso bicarbonato di sodio? Seppur sia meno invadente degli altri e favorisca uno sbiancamento grazie alla sua leggera capacità abrasiva, potrebbe non essere sufficiente a sbarazzarsi definitivamente delle muffe, poiché la loro proliferazione resterà attiva. Essendo poco dannoso comunque, può essere utilizzato di frequente per assicurarsi la corretta pulizia.
Tra i metodi chimici più utilizzati invece, si sente spesso parlare della candeggina. Questa sostanza è un vero pericolo per la salute, in quanto il suo uso sottopone a vapori responsabili di possibili effetti sulle vie respiratorie. In molti casi, si assisterà all’insorgere di irritazioni alle mucose dovute alle sostanze aggressive volatili. Qualunque sia lo scopo per cui viene impiegata dunque, la candeggina è da evitare e rientra nei falsi miti da sfatare sulle pulizie.