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Vengo letteralmente trascinata da un’amica a visitare il negozio di abiti di Barbarella. Di fronte, in Via San Carpoforo, 3 a Milano Barbarella in persona ha aperto uno spazio dedicato all’interior: Atelier du Projet.
E’ piccolo ma ricchissimo di spunti. Arriva anche Barbarella, minuta e piena di energia variopinta, proprio come i suoi due negozi e sembra dire ‘Non mi fermo non guardo indietro e quando credo in un’idea la realizzo’… E si vede! Nulla è in grado di inibire quel sorriso e quell’energia ricettiva e propositiva.
Lo ha creato con lo spirito di animare spazi dalla forte personalità, ma attenzione, senza darsi troppe arie. Propone un design sartoriale, una ricerca costante e quindi un ‘turn over’ per non annoiare e ripetersi, gusto eclettico e, assolutamente nulla di impersonale.
E, se Maometto non va alla montagna, ci pensa la montagna ad andare da lui. E’ così che lei, Barbarella, non si ferma davanti a nulla per la sua crociata principale; scovare artisti e nuovi talenti ma anche seguirli sostenendo il loro lavoro, perché come afferma sorridendo ‘Dopotutto che Atelier sarebbe senza artisti!’.
Ne sono la dimostrazione i tavoli che fanno il verso agli antichi tavoli di acajou interpretati in chiave del tutto inconsueta; un intarsio di legni dipinti, oppure un puzzle di legni dai colori più tenui ma anche coloratissime strisce ben disposte ed accostate, per una meravigliosa console che non ha nulla da invidiare ai nostri stilisti, si perché ciò che Barbarella immagina e crea per l’interior, ricorda molto i sapori di un pret à porter più che il solito design.
Attorno alla ‘sartorialità’ delle proposte di Barbarella, si delineano una serie di pezzi di design europeo, e che conferiscono a questo microcosmo molto poco milanese, un’internazionalità che fa piacere assaporare, estraniandosi per un momento da proposte già viste e facendoci sentire unici come i suoi pezzi racchiusi in un Atelier di altri tempi ma dal sapore contemporaneo. Perché in fondo, tutto ruota intorno al suo ospite che lei accoglie e mette a suo agio, come fosse anche lui un pezzo unico.