Brutta notizia per chi non sopporta l’estate: ecco cosa sta per succedere in Italia, con il ritorno de El Nino
Siamo arrivati nella stagione più calda, quella dell’estate. Nonostante uno dei mesi di maggio più piovosi di sempre, con fenomeni temporaleschi anche molto gravi che in certe zone come in Emilia Romagna hanno causato sfollamenti e anche morti, giugno si è ripreso e, pur con qualche pioggia residua, ha iniziato a mostrarci il caldo che ci aspettavamo. La situazione però non è stabile: ecco cosa dobbiamo aspettarci.
Il mese di luglio si sta dimostrando molto caldo e, sebbene siano passati solo pochi giorni, ci sta già facendo avere nostalgia delle basse temperature di maggio, quando fremevamo per un po’ di sole e di caldo. Il peggio, però, deve ancora arrivare: dopo sette anni, anche in Italia torna El Nino: ecco di cosa si tratta e cosa causerà.
Solitamente El Nino dura tra i 9 e i 12 mesi e, l’ultima volta, si era verificato nel 2016, rendendo quell’anno il più caldo mai registrato. Se in Sud America, negli Stati Uniti, in Asia Centrale e nel Corno d’Africa aumenta considerevolmente le precipitazioni, in America Centrale, nell’Asia Meridionale, in Indonesia e in Australia determina una grave siccità. Lo stesso avverrà in Italia: si attendono temperature record, con caldo estremo e fenomeni intensi.
Il fenomeno opposto de El Nino è La Nina, che invece è terminato all’inizio del 2023 e determina il raffreddamento del Pacifico tropicale centrale e occidentale. Per quanto riguarda il ritorno de El Nino, quindi, sono in allarme tutte le associazioni meteorologiche e climatiche, che si stanno preoccupando di prendere tutte le precauzioni necessarie per evitare le conseguenze più drammatiche.
A confermare il ritorno de El Nino è l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, la quale sostiene che questa volta colpirà il Mar Mediterraneo solo di sponda e i suoi effetti principali si faranno sentire soprattutto in autunno. “Speriamo che i governi si preparino a limitare gli impatti sulla nostra salute, gli ecosistemi e le economie” ha dichiarato Petteri Taalas, il segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Come si suol dire, uomo avvisato mezzo salvato: grazie ai potenti mezzi tecnologici di cui disponiamo oggi, possiamo prevedere queste ondate di caldo e questi fenomeni violenti. Il prossimo passo sarà quello di capire come prevenirli e, quindi, di ridurne la pericolosità.