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Un simbolo religioso e civile fulcro delle vicende artistiche di Prato ed elemento cardine della sua identità: la Sacra Cintola, la cintura della Vergine custodita nel Duomo che per secoli è stata il tesoro più prezioso di Prato, sarà al centro della nuova esposizione del Museo di Palazzo Pretorio. La mostra Legati da una cintola – L’Assunta di Bernardo Daddi e l’identità di una città è organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con la Diocesi di Prato ed è curata da Andrea De Marchi e Cristina Gnoni Mavarelli.
Sarà inaugurata il 7 settembre al Museo di Palazzo Pretorio negli spazi espositivi recuperati nell’attiguo edificio dell’ex Monte dei Pegni. Un tema, quello della reliquia pratese, che consente di accendere un fascio di luce intenso su un’età di grande prosperità per Prato, il Trecento, a partire dalle committenze ad artisti di primo ordine come lo scultore Giovanni Pisano e il pittore Bernardo Daddi, che diedero risonanza alla devozione mariana a Prato come vero e proprio culto civico.
La mostra prende spunto da quel prezioso simbolo e dall’innegabile valore identitario per intrecciare i fili di un racconto che parla della città e del suo ricco patrimonio di cultura e bellezza custodito sul territorio e riconoscibile al di fuori dei confini locali. L’inaugurazione della mostra precederà di un giorno uno degli eventi più importanti della città: la festa dell’8 settembre, la Natività della Madonna celebrata con l’Ostensione della Sacra Cintola dal pulpito di Donatello e Michelozzo realizzato tra il 1428 e il 1438 appositamente per le Ostensioni.
L’origine del culto della sacra cintola affonda le sue radici nel XII secolo. La leggenda si basa su un testo apocrifo del V-VI secolo e vuole che la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell’Assunzione, sia stata portata a Prato verso il 1141 dal mercante pratese Michele e da questi donata in punto di morte, nel 1172, al proposto della pieve. La Cintola e una sottile striscia di lana finissima lunga 87 centimetri di color verdolino. Fra Due e Trecento la reliquia assurse al ruolo di vero e proprio segno dell’elezione della città, santificata da una così preziosa vestigia miracolosamente giunta dalla Terra Santa, e divenne motore delle vicende artistiche pratesi.
Attorno a questa reliquia, disputata fra chiesa e comune, crebbe per gradi la fabbrica gotica dell’allora prepositura di Santo Stefano fino alla realizzazione di una cappella apposita presso l’ingresso, affrescata da Agnolo Gaddi tra 1392 e 1395, e del pulpito di Donatello e Michelozzo per l’ostensione periodica, sull’angolo della nuova facciata. Nel 1312 il pistoiese Musciattino aveva tentato di rubarla: venne punito a morte e in seguito si curò un nuovo allestimento in una cappella a lato della maggiore, per cui Bernardo Daddi tra 1337 e 1338 dipinse un’importante pala.
Una delle immagini più prestigiose di tutto il Trecento dedicate all’Assunta e al dono miracoloso della Cintola all’incredulo San Tommaso è la pala di Bernardo Daddi commissionata nel 1337-1338. L’opera nel tempo è stata smembrata e la sua complicata diaspora ha fatto sì che si perdesse la coscienza stessa della sua capitale importanza.
L’allestimento del Pretorio consentirà di tornare ad ammirare nel suo complesso la monumentale macchina dipinta dal Daddi, riunendo i suoi componenti che originariamente comprendevano una doppia predella con la storia del viaggio della cintola e del suo approdo a Prato, questa custodita nel Museo, e la parallela migrazione del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma, perché si riunisse a quello di San Lorenzo, custodita nei Musei Vaticani, e una terminazione con la Madonna Assunta che cede la Cintola a San Tommaso, conservata al Metropolitan Museum di New York.
La mostra si apre con una delle prime attestazioni in Occidente della Madonna Assunta che dona la Cintola con il rilievo eponimo del Maestro di Cabestany, scultore romanico attivo nel Roussillon e in Toscana che lavorò pure a Prato, nei capitelli del chiostro dell’antica prepositura di Santo Stefano (Sezione 1 – Da Cabestany a Prato: genesi di un tema).
Punto focale della mostra è la ricomposizione della pala dell’Assunta di Bernardo Daddi (Sezione 2 – La pala pratese di Bernardo Daddi restituita); per meglio contestualizzare l’operato del Daddi saranno esposte altre opere del pittore giottesco appartenenti a questa stessa fase stilistica contraddistinta da una felice e vivace vena narrativa (Sezione 3 – Bernardo Daddi narratore).
Un nucleo scelto di cintole profane del secolo XIV documenteranno la bellezza di questo genere di manufatti, riprodotto nell’elegantissima Santa Caterina dipinta da Giovanni da Milano nel polittico per lo Spedale della Misericordia, uno dei capolavori del museo di Palazzo Pretorio (Sezione 4 – La Sacra Cintola, le cinte profane e Giovanni da Milano).
Seguirà una rassegna esemplificativa delle diverse elaborazioni dell’iconografia che univa la morte della Vergine e la Assunzione nell’arte toscana del Trecento: una carrellata di dipinti, miniature, sculture permetterà di apprezzare la diversa interpretazione del tema in area fiorentina, dove San Tommaso afferra la Cintola, e in area senese, dove la cintola è lasciata cadere dalla Madonna in volo (Sezione 5 – L’Assunta e la Cintola: varianti nel Trecento toscano).
Il percorso espositivo proseguirà presentando la tradizione iconografica dell’Assunta in terra toscana, dove prevale il tema della Madonna della Cintola col solo San Tommaso, con la selezione di esempi particolarmente significativi e concludendo con gli echi più tardi in area pratese, fino alle pale di Stradano e di Santi di Tito (Sezione 6 – L’Assunta e la Cintola: la tradizione seguente).
Saranno infine esposte tutte le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto della Cintola stessa e l’ostensione: le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale. Alcuni apparati didattici aiuteranno a comprendere la natura anche tecnica del manufatto e a raccordare fra loro le testimonianze librarie e archivistiche. Si presenteranno anche testimonianze del culto della Cintola nel Duomo di Pisa.
Anche il Duomo di Prato sarà parte integrante di un percorso che permetterà ai visitatori di entrare nella Cappella della Cintola, abitualmente preclusa alla visita e di ammirare da vicino il ciclo di affreschi realizzati da Agnolo Gaddi (Sezione 7 – Il culto e l’ostensione della Sacra Cintola a Prato e in Toscana).
Questa mostra che celebra uno dei simboli più sacri e cari alla città può essere l’occasione per riscoprire Prato durante il suo Settembre, uno dei momenti dell’anno più ricchi di eventi, di cultura e di storia. Concerti, eventi culturali e rievocazioni storiche animeranno come tutti gli anni la città e soprattutto il suo centro storico in un turbinio di emozioni che hanno come cuore pulsante l’Ostensione dell’8 Settembre ed il corteggio storico che la precede.
Sede: Museo di Palazzo Pretorio Piazza del Comune – 59100 Prato
Date: 7 settembre 2017 – 14 gennaio 2018
Orario: dalle 10.30 alle 18.30 tutti i giorni (eccetto il martedì non festivo)
Biglietto mostra: 8 euro intero, 6 euro ridotto
Biglietto ingresso museo: se abbinato alla mostra, 4 euro
Con il biglietto di ingresso alla mostra si accede anche alla Cappella della Sacra Cintola nel Duomo di Prato (prenotare l’orario di ingresso).