Il nostro sistema giuridico tutela chi subisce danni a causa di interventi edilizi non autorizzati, ma impone anche la necessità di agire tempestivamente.
Il Consiglio di Stato, con la sentenza del 5 aprile 2024, n. 3147, ha chiarito i contorni di questa tutela respingendo il ricorso per l’annullamento della concessione edilizia rilasciata al vicino di un cittadino.
Il ricorrente lamentava l’illegittimità del permesso per mancanza dell’autorizzazione paesaggistica obbligatoria e sosteneva che le opere autorizzate fossero in realtà una nuova costruzione mascherata da ristrutturazione.
La vicinanza fisica tra il ricorrente e le opere contestate gioca un ruolo cruciale nella determinazione dei suoi diritti. La legge prevede che chi si trova in tale situazione possa impugnare il titolo edilizio entro 60 giorni dalla piena conoscenza dell’abuso. Tuttavia, nel caso specifico, il ricorrente ha agito con oltre due anni di ritardo rispetto alla scoperta delle presunte irregolarità.
La “piena conoscenza” è un concetto chiave nell’ambito delle dispute legate all’edilizia abusiva. Si considera acquisita quando le caratteristiche essenziali dell’opera sono manifestamente in contrasto con la normativa urbanistica vigente. Nel caso in esame, il momento della piena conoscenza è stato individuato nella data in cui il ricorrente ha avuto visibilità diretta sulle opere contestate.
Il diritto alla tutela non esonera dal dovere di agire prontamente una volta acquisita la consapevolezza dell’esistenza dell’abuso. Nel caso trattato dalla sentenza del Consiglio di Stato, si evidenzia come la tardività nell’esercizio dei propri diritti possa precludere ogni possibilità di successo nel procedimento giudiziario.
La sentenza n. 3147/2024 ribadisce principi fondamentali relativi alla gestione delle controversie legate all’edilizia abusiva: da un lato garantisce la tutela dei soggetti danneggiati da interventi non autorizzati; dall’altro sottolinea l’importanza della certezza delle situazioni giuridiche e della necessità per chi subisce un danno di intervenire tempestivamente per far valere i propri diritti.